“La festa di Sant’Agata esprime tante dimensioni che iniziano da quella religiosa e coinvolgono di necessità quella civile. Essa esprime la storia e l’identità di un intero popolo”. Lo ha ribadito questa mattina l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, durante la conferenza stampa in cui si è presentata la festa patronale.
“Si richiama spesso a proposito della festa di Sant’Agata la tradizione”, ha proseguito il presule, sottolineando che “questo non significa che la festa debba essere pietrificata”. “La tradizione – ha spiegato – è la base sulla quale si muove la coscienza della comunità religiosa e, appunto, civile. Sant’Agata vive nel cuore dei suoi fedeli qui ed adesso, non si tratta di ripetere formule e riti che non avrebbero più significato, ma di far ‘camminare’ sant’Agata per le vie di questa città, che è poi la sua città. In altri termini, tradizione non significa blocco, ma fondamento per il cammino che la Città intera ed ognuno di noi deve fare”.
“Legalità e sicurezza – ha sottolineato mons. Renna – vanno di pari passo. Si spiegano così le decisioni in ordine ai fuochi artificiali, specie quello della sera del 3 febbraio. Questo anno i fuochi saranno svolti secondo le prescrizioni di sicurezza dettati dagli organi di governo: è un atto di amore che dobbiamo a Sant’Agata ed alla nostra città”. “La sera del 3 febbraio, poi, sarà ricordata la storia di Sant’Agata: la donna testimone della fede, la donna che affronta la violenza, la donna che difende il suo territorio”, ha concluso l’arcivescovo assicurando che “il Comitato sta lavorando con intensità” nell’organizzazione della festa e “l’impegno a farla riuscire al meglio è di tutti e di ogni catanese”.