Con Francesco alla scoperta di Dio e dell’uomo: Francesco e i suoi scritti

Secondo appuntamento quindicinale “Con Francesco d’Assisi alla scoperta di Dio e dell’uomo” che ci aiuta a conoscere meglio la figura del Poverello attraverso un lavoro di Fra Arturo Milici Frate Minore che attualmente è inserito nella Fraternità di Ravanusa. 

di Fra Arturo Milici – Per conoscere Francesco d’Assisi abbiamo oggi tra le mani, grazie alle moderne edizioni delle Fonti francescane, degli strumenti preziosissimi: le varie biografie composte su di lui dai suoi contemporanei e, soprattutto, la testimonianza diretta dei suoi scritti. Accanto a questi, grande importanza assumono anche gli scritti di Chiara, plantula Francisci, e le antiche fonti biografiche su di lei.

Attraverso i suoi scritti, frutto generalmente di dettatura e trascrizione, frate Francesco raggiunge svariati destinatari – ora singole persone, ora intere categorie della Chiesa e della società – e condivide con loro, a diversi livelli e per diverse motivazioni, la propria esperienza umana, spirituale, vocazionale. Alla profondità contemplativa dei suoi scritti, accompagnata spesso da geniale originalità di pensiero, corrisponde d’altra parte una fortissima carica esistenziale: una sapienza, quella del Poverello, che viene dalla vita e che a sua volta si fa vita.

Molte volte gli scritti di Francesco si presentano come la sintesi di un processo di meditazione, interiorizzazione, rielaborazione e infine trasmissione dei testi della Scrittura ascoltati, pregati, celebrati nella liturgia. Francesco condivide coi fratelli e con tutti, vicini e lontani, quella Parola di salvezza che lui stesso ha accolto e vissuto, di cui ha fatto esperienza.

Il prologo della cosiddetta II Lettera ai fedeli testimonia vivacemente tale coscienza e tale desiderio dell’autore, essere strumento universale della Parola di Dio: “¹A tutti i cristiani, religiosi, chierici e laici, uomini e donne, a tutti gli abitanti del mondo intero, frate Francesco, loro servo e suddito, ossequio rispettoso, pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore. ²Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire tutti e ad amministrare le fragranti parole del mio Signore. ³E perciò […] mi sono proposto di riferire a voi, mediante la presente lettera e messaggio, le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita” (2Lf 1-3: FF 179-180).

Attraverso gli scritti di Francesco, oggi, abbiamo anche la possibilità di ricostruire il suo itinerario spirituale, seguendone lo sviluppo alla luce della successione cronologica dei testi. Così, ad esempio, alcune delle sue preghiere diventano eloquente testimonianza dell’evoluzione del suo rapporto con Dio:

santachiara-300x225 Con Francesco alla scoperta di Dio e dell’uomo: Francesco e i suoi scrittiDa una lettura attenta dei suoi scritti, in particolare dei più densi a livello spirituale ed esistenziale, emergono significativamente alcuni motivi ricorrenti che, composti in unità, danno alla luce una coerente e originale visione della realtà:

  1. una spiritualità: si tratta di un vero e proprio cammino del cuore (da quello di Francesco, a quello di ogni uomo e di ogni donna) in un progressivo, continuo movimento di decentramento da sé e concentrazione su Dio;
  2. una teologia: Dio è contemplato come sommo Bene e fonte di ogni bene, Amore trinitario sovrabbondante che si riversa su tutte le creature nella storia di salvezza (di tappa in tappa: creazione, redenzione, tempo della Chiesa, escatologia);
  3. una cosmologia: Francesco ha una visione del mondo teocentrica e comunionale; il creato è colto come una fraternità universale avente un unico Padre, il Creatore; a Lui ogni creatura è chiamata a rendere grazie, lode e gloria nel tempo e nell’eternità (in questa lode cosmica la Chiesa terrena già si unisce alla Chiesa celeste); il rapporto con Dio, lungi da qualsiasi disprezzo del mondo, apre sempre più al rapporto con le creature;
  4. un’antropologia: l’uomo di “proprio” ha solo il peccato; è chiamato ad accogliere ogni bene, dentro sé e intorno a sé, come dono gratuito di Dio (nella “santa operazione” dello Spirito); e quindi a “restituire” a Lui ogni bene, rimanendo così “senza nulla di proprio” e ritornando alla beatitudine della povertà originaria.

Articolo precedente:

  1. Francesco nel suo contesto storico

 

(Foto San Francesco all’Immacolata- Messina, di Salvatore Scuderi)

Exit mobile version