Donaci Signore un cuore nuovo

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

XXII domenica del Tempo Ordinario (anno B)

Letture: Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Giac 1,17-18.21-22.27;  Mc 7,1-8.14-15.21-23

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

In questa 22° domenica riprendiamo ad ascoltare il Vangelo di Marco.

I farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti. Con una dettagliata descrizione di particolari, il Vangelo ci racconta le abitudini dei farisei e in genere di tutti gli ebrei, sulle norme igieniche che dovevano osservare prima di mettersi a tavola per mangiare. Erano molto scrupolosi nell’osservare queste leggi, che non avevano valore solo di buona educazione, ma venivano fatte passare come norme religiose.

vangelo-300x198 Donaci Signore un cuore nuovoAvendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?» Gesù viene interrogato, e indirettamente contestato, per il fatto che i suoi discepoli non si comportano secondo questa tradizione. In realtà anche Gesù si comportava così, ma loro, con molta diplomazia, si guardano bene dall’attaccare polemicamente il maestro.

Egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Citando il profeta Isaia, Gesù li rimprovera chiamandoli ipocriti. Occorre stare bene attenti ad avere un rapporto corretto con Dio e con i fratelli. Il rischio che anche noi possiamo correre è quello di fermarci alla sola pratica esteriore degli atti religiosi, compiere cioè delle opere cristiane come la preghiera, la partecipazione a Messa o gesti di carità, ma solo per pura formalità, per abitudine o per un freddo senso del dovere, mentre il cuore è lontano da Dio! Oggi questo insegnamento di Gesù è quanto mai attuale. Pensate per esempio a chi partecipa a un funerale o a un matrimonio solo per fare gli auguri o le condoglianze, ma in realtà non prega né per gli sposi, né per il defunto. Pensate anche a chi partecipa a tutti i primi venerdì del mese, compie scrupolosamente i tridui e le novene di certe devozioni, partecipa alla processione del santo patrono, ma poi non va messa la domenica, non si confessa mai ed è bisticciato con mezzo mondo.

Chiamata la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva ai suoi discepoli: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Davanti al tipo di religiosità che insegnavano scribi e farisei, tutta basata sulle opere esterne e su gesti religiosi da compiere meccanicamente, Gesù riporta la nostra attenzione all’interiorità dell’uomo, alle motivazioni che lo spingono a compiere gesti buoni, alle intenzioni che danno valore a quel che facciamo. Il Signore ci dice che non sono le cose esterne che possono contaminare la nostra spiritualità, ma è dal nostro cuore che possono nascere tutte le realtà negative che fanno male a noi e al prossimo. Il Vangelo qui non lo dice, ma noi sappiamo che anche il bene può nascere dal nostro cuore, perché il Signore ci ha tolto il cuore di pietra e ci ha dato un cuore di carne; ha posto dentro di noi uno spirito nuovo, lo Spirito Santo, capace di suggerirci il bene da compiere, dandoci la forza di realizzarlo.

È sul nostro cuore allora che bisogna puntare: chiedere insistentemente di purificarlo, guarirlo, amarlo, salvarlo… DONACI, SIGNORE, UN CUORE NUOVO, perchè diventi ogni giorno sempre più capace di compiere il bene, per piacere a Te. Una santa e serena domenica a voi.

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