Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Sabato della II settimana del Tempo Ordinario
Letture: 2Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal 79; Mc 3,20-21
Riflessione biblica
“I suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: È fuori di sé” (Mc 3,20-21). Capita! E forse spesso, se è vero che anche il Salmista ebbe lamentarsi a suo tempo: “Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede” (Sal 41,11). E ancora: “Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma tu, mio compagno, mio intimo amico, legato a me da dolce confidenza!” (Sal 55,14). E Gesù l’ha detto in modo chiaro e inequivocabile: “nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa” (Mt 10,36). Qualche volta l’opposizione degli intimi, amici o parenti, nasce da un senso di commiserazione: era tanto l’impegno che Gesù poneva nell’aiutare gli altri che lui e i suoi discepoli “non potevano più mangiare”.
Lettura esistenziale
Questo amore oblativo si perpetua nella S. Messa e ci viene ricordato ogni giorno dalla formula eucaristica della consacrazione: “Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi. Questo è il calice del mio sangue versato per voi”. Anche noi siamo chiamati ad unirci all’offerta di Cristo al Padre e ai fratelli, lasciandoci guidare, non dal nostro egoismo, ma dallo Spirito di Dio e concretizzandola in ogni situazione della nostra giornata, nell’umile quotidianità, con la pratica dei frutti dello Spirito, che sono le esigenze stesse dell’Eucaristia: la carità operosa; la pazienza, la bontà, la benevolenza, l’accoglienza, l’ascolto, ecc.
Ogni “no” detto a se stessi, anche ai propri bisogni naturali, per amore di Dio e dei fratelli, è un “sì” detto a Lui. L’amore oblativo non è che questo: volere il bene dell’altro fino al sacrificio di sé. La sorgente di questo amore è Dio, se vogliamo amare come Lui, dobbiamo attingere continuamente a questa sorgente.