La Madre Terra grida, gridano le creature viventi, i poveri, i popoli nativi e i nostri figli guardando al futuro: il degrado e lo sfruttamento ambientale sono una “sfida” cui occorre rispondere. Serve una conversione ecologica individuale e comunitaria: chi può, agisca. È una disamina attenta e insieme un appello accorato alla comunità internazionale quello racchiuso nel Messaggio del Papa per il 1 settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Questa Giornata apre il “Tempo del Creato”, che prosegue fino alla festa di San Francesco, il 4 ottobre: “Un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune”. Originariamente ispirato dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, esso è – spiega Francesco – “un’opportunità per coltivare la nostra ‘conversione ecologica’, incoraggiata da San Giovanni Paolo II come risposta alla “catastrofe ecologica” preannunciata da San Paolo VI già nel 1970”. In particolare quest’anno il Papa per il Tempo del Creato chiede preghiere in vista di due importanti vertici sui temi clima e biodiversità, affinché si agisca con “decisione”.
La voce del Creato: lode e anche coro di grida amare
Ascoltando queste grida amare – scrive il Papa – “dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi”: lo stato di degrado della nostra casa comune, rimarca, è una sfida che richiede la “stessa attenzione di altre” quali le “gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici”. Non è un’opzione l’essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di una “esistenza virtuosa”. E la conversione ecologica a cui fa riferimento Francesco non è solo individuale ma è comunitaria: serve “uno spirito di massima cooperazione” a partire dalla comunità delle nazioni nel consesso dell’Onu.
Gli appelli a COP 27 e a COP 15
Biodiversità: fermare il “collasso” della rete della vita
Altrettanto importante sarà l’appuntamento in Canada dedicato alla salvaguardia della biodiversità e all’adozione di un nuovo Accordo multilaterale per “fermare la distruzione di ecosistemi e l’estinzione delle specie”, un ulteriore “collasso” della rete della vita. Incessante l’appello di Francesco: “Preghiamo e invitiamo le nazioni ad accordarsi su quattro principi chiave: costruire una chiara base etica per la trasformazione di cui abbiamo bisogno al fine di salvare la biodiversità; lottare contro la perdita di biodiversità, sostenerne la conservazione e il recupero e soddisfare i bisogni delle persone in modo sostenibile; promuovere la solidarietà globale, alla luce del fatto che la biodiversità è un bene comune globale che richiede un impegno condiviso; mettere al centro le persone in situazioni di vulnerabilità, comprese quelle più colpite dalla perdita di biodiversità, come le popolazioni indigene, gli anziani e i giovani.
Agire tutti con decisione
”E’ necessario agire, tutti, con decisione”. “Stiamo raggiungendo un ‘punto di rottura’”. L’appello finale di Francesco che riecheggia l’ enciclica Laudato si’, si accompagna all’intenzione di preghiera per il prossimo Tempo del Creato: “ Preghiamo – chiede il Papa – affinché i vertici di COP 27 e COP 15 possano unire la famiglia umana per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità”. Ricordando poi l’esortazione di San Paolo, Francesco afferma “piangiamo con il grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti perché noi e le generazioni future possiamo ancora gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature”.