• 11 Ottobre 2024 13:14

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

 Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Qo 1,2-11; Sal 89;Lc 9,7-9

Riflessione biblica

“Erode cercava di vederlo” (Lc 9,7-9). Il punto di interesse in questo brano del Vangelo non è la curiosità di Erode, i suoi dubbi e timori, ma l’identità di Gesù. “Chi è costui, del quale sento dire queste cose?”. Erode era preoccupato “per tutto ciò che accadeva” nel suo regno: tanti avvenimenti giravano attorno a Gesù; quindi, cercava di sapere la sua vera identità: “Da molto tempo desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui” (Lc 23,8). Ma Gesù lo si conosce solo attraverso la fede: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (Mt 16,17). Noi professiamo che Gesù è “il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). E da questa professione viene a noi la salvezza: “Se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rom 10,9). Né la curiosità né gli interessi politico-sociali né persino la teologia ci possono far conoscere Gesù, ma solo chi lo cerca con sincerità e purezza di cuore: “che io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11). La vera conoscenza di Gesù è immedesimazione al suo mistero di vita e di morte con lui: “Mi sono lasciato crocifiggere con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,19-20). L’identità di Gesù è la nostra identità di credenti: “L’amore del Cristo ci spinge; e noi sappiamo che egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,14-15).

Lettura esistenziale

“‹‹Chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?››. E cercava di vederlo” (Lc 9, 9). L’esito della missione degli apostoli inviati da Gesù è meraviglioso: il Messaggio corre come un lieto annuncio di luogo in luogo; gli ammalati sono guariti; la Parola di Gesù penetra dappertutto, anche nel palazzo di Erode. Ma nel palazzo di Erode l’effetto è diverso. Alcuni credono che sia ritornato Elia, altri presumono che sia risorto qualcuno dei grandi profeti, altri vi vedono il Battista redivivo. Erode, come tutti coloro che non vogliono cambiare, si fa le domande e si dà anche le risposte. Così alla fine ne sa quanto prima. Perché a parlare non si impara niente; ad ascoltare, invece, si può imparare qualcosa. Se poi si ascolta Gesù, allora si impara tutto quello che serve per avere la vita e averla in abbondanza (cfr Gv 10, 10). Ma Erode non vuole ascoltare, perché non vuole cambiare le sue convinzioni di comodo. Egli vive per il potere e strumentalizza tutto per mantenerlo. Era stato chiamato a conversione dal Battista, ma aveva preferito spegnere la parola di Dio, ucciderla, piuttosto che convertirsi. Oggi la Parola ci fa porre questo interrogativo: chi è Cristo per me? Se Egli è davvero il tutto della mia vita, bisogna che lo esprima con la fedeltà alla sua Parola, lasciando che la sua luce illumini la mia storia e orienti le mie scelte.