Il lievito da evitare

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della VI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Giac 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21

Riflessione biblica

“Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!” (Mc 8,14-21). Siamo invitati a riflettere: la preoccupazione del vivere quotidiano ci può distrarre dall’essenziale: la ricerca del Regno di Dio. uccellini Il lievito da evitareCome ci ha detto Gesù: “Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,25.33). C’è un pericolo nella vita del cristiano: anteporre le proprie esigenze allo scopo principale della propria esistenza nella fede: essere in comunione con Cristo e in lui con il Padre, che “sa di ciò di cui abbiamo bisogno” (Mt 6,32). Ecco l’ammonimento di Gesù: liberarci da una fede ipocrita, che si lascia influenzare dalla mentalità mondana che ci fa perdere la fiducia nella provvidenza di Dio e ci rende così dipendenti dai nostri bisogni da farci dimenticare che c’è un Padre nei cieli: “Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?” (Mt 6,26). Gesù ci ha messo in guardia: non possiamo essere come “coloro che ascoltano la Parola, ma al sopraggiungere delle preoccupazioni del mondo e della seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto” (Mc 4,18). Bisogna togliere dal nostro cuore “il lievito del fariseismo”: cioè quell’ipocrisia (Lc 12.1), che onora Dio con le labbra, ma non con il cuore né con la testimonianza di una vita di fede: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio del-l’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio” (Lc 12,8). Bisogna togliere anche “il lievito di Erode”: cioè quel superficiale atteggiamento interiore, colmo di indifferenza, arroganza e scetticismo, che invece di farci conoscere meglio Gesù ci allontana da lui, da Dio e dal Regno di Dio. Dio non è più al centro del nostro pensare, agire e sentire: il nostro egoismo continua a fermentare nelle nostre giornate. Il lievito di Gesù è un altro: il pieno abbandono all’amore di Dio, che ci porterà all’impegno per la verità, per la giustizia, per la santità della vita.

Lettura esistenziale

“Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!” (Mc 8, 15). L’evangelista Luca ci fa sapere che il lievito dei farisei, dal quale Gesù esorta a guardarci è l’ipocrisia (Lc 12, 1). L’ipocrisia è l’esatto contrario della semplicità, che invece è unità di vita; unità tra ciò che pensiamo, ciò che diciamo e ciò che facciamo. I farisei erano molto osservanti della Legge, alla quale aggiungevano molte altre prescrizioni, però ne avevano rinnegato la forza interiore, l’essenza.

Il cuore della Legge è infatti l’amore. Quando si rinnega l’anima della Legge, in realtà la rigida osservanza delle norme non serve ad altro che a gonfiaci d’orgoglio, farci sentire superiori agli altri “poveri peccatori” e ad ergerci a giudici del prossimo.

Mentre, dunque il lievito dei farisei è l’ipocrisia, quello di Erode è la sete di potere che lo fa diventare diffidente verso tutti, persino verso i propri figli. Quando si è dominati dalla sete di potere, gli altri non si vedono come fratelli e sorelle, ma come avversari e concorrenti da eliminare.

In una delle sue parabole, Gesù paragona il regno dei cieli al lievito (Mt 13, 33), dunque esiste un lievito cattivo da cui guardarsi ed esiste un lievito buono che fa lievitare tutta la pasta.

Quale lievito è presente nel nostro cuore? Da quale spirito è animata la nostra vita e le nostre relazioni?

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