Il Pastore Buono e le sue pecore

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

IV Domenica di Pasqua (Letture: Atti degli Apostoli 4,8-12; Salmo 117; prima Lettera di san Giovanni apostolo 3,1-2; Giovanni 10, 11-18)

Un carissimo saluto di gioia e pace a tutti voi. Questa quarta domenica di Pasqua è denominata la domenica del buon Pastore.

Gesù inizia così: Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il tema di Dio come Pastore del suo popolo, è già presente nell’Antico Testamento.

Il Profeta Isaia si esprime così: “Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”. (Is 40,11)

Ma il profeta che ha sviluppato di più questo tema è Ezechiele. Ascoltiamo: “Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse. Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele. Le condurrò in ottime pasture. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. Susciterò per loro un pastore che le pascerà, il mio servo Davide.”

Credo che non sia difficile riconoscere in questa profezia, l’eco di alcune parabole di Gesù che chiaramente attinge da queste parole. Egli assume il filone biblico di Dio Pastore del suo popolo e si presenta come il compimento dell’attesa del Messia, pastore bello e buono.

buon-pastore-1-300x208 Il Pastore Buono e le sue pecoreGesù è il Signore che si prende cura delle sue pecore. Ci si prende cura delle persone che si amano. Questo significa concretamente che Egli ci vuole bene, ci ama veramente, gli stiamo a cuore, si sente responsabile della nostra sorte.

Il Signore non ci abbandona, non si dimentica mai di noi! Anche quando pensiamo che lo stia facendo.

Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Ci ama così tanto da sacrificarsi per noi e dare la vita per la nostra salvezza. È la bellezza dell’amore che si esprime nei fatti e nella verità.

Egli non è come il mercenario che vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, perché non gli importa delle pecore.

Lui conosce le sue pecore, singolarmente, e le chiama per nome. Per il Signore noi non siamo uno tra i tanti, non siamo rotelle anonime di un ingranaggio. Ci conosce uno per uno e si prende cura anche delle nostre più piccole reali necessità. Come un padre e una madre per il figlio, come fa un vero amico.

Anni fa vivevo in un convento frequentato da alcune famiglie che di mestiere facevano i pastori. Domandai loro: Con tante pecore che avete, non vi confondete? Le conoscete tutte? Mi risposero: Noi le pecore le conosciamo ad una ad una. Quando la sera rientrano all’ovile, ci accorgiamo quando qualcuna si è persa, sia perché le contiamo, sia perché le conosciamo. Per voi sono tutte uguali, per noi invece ognuna di loro ha un suo volto, una sua identità.

Bellissimo, mi son detto. Chi lavora con il gregge, conferma il Vangelo. La pastorizia ha qualcosa da insegnare alla pastorale!

E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Se le pecore dentro il recinto possono essere individuate nel popolo della promessa, le altre sono i popoli provenienti dal paganesimo, a cui tutti noi apparteniamo. Davanti a questa Buona notizia, il nostro compito è di ascoltare la sua voce, la sua Parola, per diventare tutti un solo gregge, sotto la guida di un solo Pastore.

Nel 1964 papa Paolo VI inaugurò questa domenica come Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni di speciale Consacrazione. E siamo invitati a farlo! Gesù lo chiede esplicitamente:

Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». (Mt 9,36-38)

Accogliere nella nostra vita Gesù, Pastore buono che si prende cura del suo gregge, significa pure riconoscere che nella comunità cristiana ci sono uomini e donne chiamati a continuare quest’opera pastorale di Gesù, cioè fratelli e sorelle che si prendono cura degli altri.

Ci sono delle vocazioni particolari nella Chiesa che, mentre si donano a Dio, sommamente amato e con cuore indiviso, si mettono a servizio degli altri, con generosità e vero spirito fraterno.

In questa Giornata vi invito a pregare per i nostri Vescovi: prima di tutto per il Vescovo di Roma, il Papa, e poi per il Vescovo della propria Diocesi che si prende cura della comunità, dei sacerdoti, delle parrocchie, della Chiesa locale.

Preghiamo per i presbiteri, per quelli che ci sono e per quelli che verranno: il Signore ravvivi con forza il dono ricevuto dai primi e mandi santi e tanti sacerdoti.

Preghiamo per i diaconi permanenti, uomini celibi o sposati, chiamati a mettersi a servizio della comunità.

Preghiamo per i missionari, uomini e donne che vanno dove il vangelo ancora non è conosciuto, dove è conosciuto poco o, comunque, dove c’è bisogno di una presenza di testimonianza cristiana e di servizio.

Preghiamo per i religiosi e le religiose, uomini e donne che hanno consacrato la loro vita attraverso i voti di povertà, castità e obbedienza. E consacrandosi al Signore offrono una multiforme varietà di servizi ai fratelli in base al carisma dei fondatori e degli istituti: chi si dedica all’insegnamento, chi alla formazione dei bambini e dei giovani, chi si prende cura degli ammalati e dei poveri, chi spende le proprie energie per l’evangelizzazione e la missione, chi vive in clausura dedicandosi principalmente alla preghiera…

Persone che in varie forme e in diversi modi, consacrandosi a Dio, si donano ai bisogni dell’umanità.

Preghiamo perché il Signore chiami anche oggi ragazzi e ragazze a questa meravigliosa vita.

Preghiamo per tutte le forme di vita consacrata, anche per quelle che forse conosciamo meno:

gli istituti secolari, che vivono la loro consacrazione vivendo nel mondo, animando con il lievito del Vangelo la realtà sociale e lavorativa, come sale della terra e luce del mondo.

la vita eremitica, che nella preghiera, in solitudine, nella penitenza e nel lavoro manuale offre a Dio il sacrificio della lode a beneficio di tutti;

– l’Ordo virginum, che riprende una delle più antiche forme di consacrazione per le donne, le quali, nelle mani del vescovo diocesano, offrono a Dio il dono della verginità e si mettono a servizio della Chiesa locale;

l’Ordo viduarum, una forma di consacrazione per le vedove, presente nei primi secoli della Chiesa e ripresa dopo il Concilio Vaticano II. Offre alle donne che hanno perso il proprio coniuge la possibilità di consacrarsi nelle mani del vescovo in castità, dedicandosi particolarmente alla preghiera e alle opere di carità.

Vi chiedo una preghiera particolare per i seminaristi della diocesi e per i giovani francescani in formazione iniziale: perché il Signore continui a benedirli e a dar loro la gioia del dono di sé.

Preghiamo per tutta la Chiesa, per tutti noi, perché il Signore ci dia la grazia di incontrare Gesù Buon Pastore e ci dia anche la generosità di essere pastori per gli altri, ognuno nella propria vocazione, cioè uomini e donne che amano di vero cuore e che, quindi, si prendono cura degli altri.

Concludiamo con la preghiera che il Papa ci consegna in questa 58° Giornata di preghiera per le Vocazioni:

 Ti lodiamo Dio, Padre buono,

perché hai voluto la vita dell’uno

legata alla vita dell’altro;

creandoci a tua immagine

hai depositato in noi questo anelito

alla comunione e alla condivisione:

ci hai fatti per Te

e per andare con Te

ai fratelli e alle sorelle,

dappertutto!

Ti lodiamo Dio,

Signore Gesù Cristo,

unico nostro Maestro,

per esserti fatto figlio dell’uomo.

Ravviva in noi

la consapevolezza

di essere in Te un popolo di figlie e figli,

voluto, amato e scelto

per annunciare

la benedizione del Padre verso tutti.

Ti lodiamo Dio,

Spirito Santo,

datore di vita,

perché in ognuno di noi

fai vibrare la tua creatività.

Nella complessità di questo tempo

rendici pietre vive,

costruttori di comunità,

di quel regno di santità e di bellezza

dove ognuno,

con la sua particolare vocazione,

partecipa di quell’unica armonia

che solo Tu puoi comporre.

Amen.

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