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Il Patriarca Latino Pizzaballa: “Gerusalemme ha una vocazione universale che riguarda tutto il mondo e per questo deve restare aperta a tutti”

Noi Chiese di Gerusalemme abbiamo il dovere di preservare la testimonianza di luce (della Pasqua, ndr.) davanti al mondo intero e prima di tutto alle nostre comunità, in Palestina, in Israele, in Giordania e soprattutto a Gerusalemme, la Città Santa che conserva la memoria di tutta la storia della rivelazione, della morte e risurrezione di Cristo, e che ha una vocazione universale, che riguarda tutto il mondo, e per questo deve restare aperta a tutti”. Lo ha detto Pierbattista Pizzaballa, patriarca Latino di Gerusalemme, nello scambio di auguri per la Pasqua ortodossa, avvenuto ieri presso il Patriarcato greco ortodosso, a Gerusalemme, alla presenza di Teofilo III, patriarca greco-ortodosso, di Hosam Naoum, nuovo vescovo della diocesi anglicana di Gerusalemme, dell’arcivescovo Anba Antonious, metropolita copto di Gerusalemme e del Vicino Oriente, e di diversi altri sacerdoti e capi di chiese a Gerusalemme.

Nel suo messaggio, riportato oggi dal Patriarcato Latino, Pizzaballa ha fatto anche riferimento alla pandemia di Coronavirus che ha provocato la cancellazione di tutti i progetti pastorali e comunitari, la chiusura di chiese e scuole, lo stop dei pellegrinaggi con conseguente perdita di posti di lavoro. Da parte sua, il patriarca Teofilo III ha sottolineato il significato della Pasqua, specialmente a Gerusalemme, dove Gesù Cristo è risorto.

Ha aggiunto che “i fedeli della Terra Santa hanno un messaggio da dare al mondo, perché testimoniano la risurrezione di Cristo”.

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