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L’arcidiocesi di Catania celebra la Giornata dell’operatore sanitario

«Ciascuno di voi è chiamato a portare una buona notizia di salvezza, con lo stile di cura di San Luca, medico ed evangelista»: così mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, si è rivolto agli operatori sanitari nella Giornata loro dedicata, celebrata con una Santa Messa in Cattedrale.

Dai manager ai medici, dagli infermieri ai farmacisti, dal personale tecnico-sanitario a quello amministrativo, dai volontari delle associazioni a quelli delle cappellanie: la Celebrazione eucaristica ha raccolto tutte le categorie di quanti lavorano in ospedali, case di cura, ambulatori. Un variegato popolo riunito in quello che mons. Mario Torracca, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute dell’Arcidiocesi, ha ricordato essere non solo un momento celebrativo ma soprattutto un’occasione per riscoprire l’identità di operatori sanitari cristiani, il cui compito principale è di farsi prossimo al malato.

E mons. Renna, aprendo la sua omelia, ha richiamato proprio la frase di San Paolo «solo Luca è con me», sottolineando la capacità del discepolo di rimanere accanto a Paolo nel momento del bisogno, come il buon samaritano che “non passa oltre” perché nutre compassione: ha «un cuore che vede».

Nella memoria liturgica dell’evangelista Luca, che fu anche medico e che perciò è patrono dei medici e degli operatori sanitari, l’arcivescovo ha toccato aspetti etici come le cure palliative, da diffondere non solo nelle fasi terminali della vita, ma come approccio integrato di cura; ha rimarcato la ricchezza delle Cappellanie e il loro ruolo sia di conforto al malato e sia di sostegno e formazione verso il personale; ha esortato a curare la dimensione familiare come «vero fattore terapeutico». «Papa Francesco ci ricorda che la famiglia è stata da sempre “l’ospedale più vicino”. E noi sappiamo – ha detto a tal proposito l’Arcivescovo – che un paziente che ha la presenza e il conforto dei suoi familiari è un paziente più aderente alle cure: per questo gli operatori sanitari sono chiamati a dialogare e collaborare con le famiglie». Mons. Renna, infine, ha rivolto un pensiero agli operatori sanitari che coraggiosamente lavorano sotto le bombe a Gaza e in Ucraina, come nelle decine di guerre in corso in tutto il mondo.

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