Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura.
Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario
Letture: Zc 2,5-9.14-15; Salmo:Ger 31; Vangelo: Lc 9,43-45
Riflessione Biblica
“Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini” (Lc 9,43-45). Siamo invitati, quindi, a riflettere su queste parole e farle penetrare nella nostra esistenza di credenti. Su di esse poggia la nostra fede: Gesù è il crocifisso, che è stato consegnato per noi, che ha patito molto, è morto per noi offrendo la sua vita per noi, è risuscitato per la nostra salvezza. Non cerchiamo un altro Cristo, “la nostra fede non si fondi sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,5) per comprendere il mistero di amore di Dio, che ci ha amati tanto da “dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Per questo, con Paolo diciamo a noi stessi e proclamiamo dinanzi a tutti: nella mia vita, “non voglio sapere altro se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso” (1Cor 2,2).
Lettura esistenziale
Da cosa riconosciamo che Gesù è Dio? Non dai suoi miracoli, ma dal suo patire sulla croce dettato da un amore senza misura (Mc 15,39); non dalla moltiplicazione dei pani, ma del suo farsi pane (Lc 24,30-31); dal suo consegnarsi nelle mani degli uomini (Gv 18, 4-9).
L’Eucarestia è il segno della divinità di Gesù: egli spezza il suo corpo e lo dona, versa il suo sangue e lo offre. Dio è amore: egli è in quanto ama; la sua passione per gli uomini, che diventa patire ed offrirsi per loro, è la manifestazione della sua essenza.
Dio si consegna nelle mani dell’uomo. Nelle nostre povere mani. Ogni mattina, durante la Santa Messa, le nostre mani che si aprono, che si distendono, diventano, per un breve istante, la sua culla. Lungo la via, al bivio della strada, lo incontriamo nel volto del fratello. Dal suo sguardo capiamo che ha bisogno di noi, delle nostre attenzioni, di un sorriso, di una parola buona. Ancora una volta si mette nelle nostre mani, dipende da noi. Sappiamo riconoscerlo?