Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della IV settimana del Tempo Ordinario
Letture: 2Sam 18,9-10.14.24-25.30;19,1-4; Sal 85; Mc 5,21-43
Riflessione biblica
“Non temere, soltanto abbi fede!” (Mc 5,21-43). Interessante: una composizione di miracoli ad intreccio. Forma poco comune: due miracoli riuniti letterariamente, ma l’insegnamento è unico. La vita cristiana ha un centro: la fede in Gesù. Se rimaniamo in lui, sentiamo la sua voce che ci invita a “non temere, ma ad avere fede”. Fede e vita si intrecciano nell’esistenza cristiana: essa è comunione di vita con Gesù, che salva tutto l’uomo dai mali fisici con la guarigione, dai mali interiori liberandoci dalla paura, dai mali spirituali con il perdono e la misericordia.
“Figlia, la tua fede ti ha salvata”: Gesù non ha guarito la donna solo dal suo male fisico: il suo flusso di sangue, ma soprattutto l’ha liberata dalla paura della legge che la dichiarava impura e la isolava dal popolo di Dio: “Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, per sette giorni resterà nell’impurità mestruale; chiunque la toccherà sarà impuro fino alla sera” (Lev 15,19-30). Gesù le ha restituito la sua dignità di donna e la comunione con il popolo di Dio. Toccò il lembo del mantello di Gesù e fu toccata dalla sua potenza di salvezza. “Non temere, continua solo ad aver fede!”: sembrava che per un momento Gesù si fosse dimenticato di Giairo, distratto da un altro problema, e l’incertezza gli attanagliava il cuore: “dov’è il Signore?”. Oppure gridare: “Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche. Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido perché tu mi rispondi” (Sal 86,6-7).
Lettura esistenziale
Questi due racconti di guarigione sono per noi un invito a superare una visione puramente orizzontale della vita. A Dio noi chiediamo spesso guarigioni da problemi, da necessità concrete, ed è giusto, ma quello che dobbiamo chiedere con particolare insistenza è una fede sempre più salda e una ferma fiducia nel suo amore, nella sua provvidenza che non ci abbandona.