Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario
Letture: 2Sam 7,18-19.24-29; Sal 131; Mc 4,21-25
Riflessione biblica
“Non vi è nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce” (Mc 4,21-25). Una sola è la luce del cristiano: Gesù. Egli l’ha detto ripetutamente: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Pertanto, è bene mantenersi fermi nella fede in lui: “Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce” (Gv 12,36). Anzi, siamo stati invitati ad essere luce: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,14.16). Di più: a comportarci da “figli della luce”: “Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; e il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità” (Ef 5,8-9).
Lettura esistenziale
Gli uomini e le donne di ogni generazione, nel loro peregrinare alla ricerca della verità, della bellezza, della giustizia, della pace. hanno bisogno di essere orientati: quale stella possono seguire?
La Chiesa svolge per l’umanità la missione della stella che conduce a Cristo.È urgente perciò recuperare il carattere di luce proprio della fede, essa è capace di illumina-re tutta l’esistenza dell’uomo. Perché questa luce sia così potente, è evidente che non può procedere da noi stessi, deve venire da una fonte più originaria, deve venire, in definitiva, da Dio. La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, è la luce che orienta il nostro cammino. Essa nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita.
La fede cristiana è dunque fede nell’Amore pieno, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di illuminare il tempo. Essa coglie nell’amore di Dio manifestato in Gesù il fondamento su cui poggia la realtà e la sua destinazione ultima.