Commento di Fra Giuseppe Di Fatta
XIV Domenica del Tempo ordinario – Anno B
Letture: Ez 2,2-5; Sal 122); 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6
Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!
Il Vangelo di questa 14° domenica ci parla della visita di Gesù a Nazareth. Venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato si mise a insegnare nella sinagoga. Quella piccola città di Nazareth che lo aveva visto per almeno trent’anni come operaio nella bottega di Giuseppe e come figlio nella casa di Maria, città che aveva lasciato quando iniziò il suo ministero messianico, adesso lo vede ritornare in luoghi e tra persone molto conosciute, ma con una nuova veste e un inaspettato messaggio.
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. Ciò che può falsare e disturbare una sana relazione con gli altri, sono i preconcetti. Diceva Albert Einstein: è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio! È veramente difficile incontrare qualcuno che abbia opinioni personali su situazioni o persone che non siano luoghi comuni, cose per sentito dire o valutazioni superficiali. Quella del Vangelo di oggi è l’amara constatazione del rifiuto di Gesù a cerchi concentrici: da Nazareth ai suoi parenti, dal popolo d’Israele agli uomini. Non di tutti, ma di quella fetta di umanità che vorrebbe un dio addomesticato alle proprie necessità, addormentato sullo scontato e sull’ovvio, così banale da essere incapace di sorprendere.
E si meravigliava della loro incredulità. Oggi ci viene chiesto di non chiuderci davanti allo scandalo di Gesù, di continuare a giocarci la meravigliosa partita della fede, senza vergognarci della testimonianza da rendere a Lui: non rifiutarlo, non ribellarci quando dice cose diverse da quelle che ci aspettiamo. E accogliere con cuore puro e disponibile la sua Parola, sempre fresca e portatrice di novità, capace di rinnovare la nostra vita ed essere anche noi, a nostra volta, profeti tra la gente!
Una buona e santa domenica a tutti!