Prontezza e coerenza

Commento di Fra Marcello e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XXVI settimana del tempo Ordinario

Letture: Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Lc 9,57-62

Riflessione Esistenziale

Un tale gli disse: Ti seguirò dovunque tu vada” (Lc 9,57-62). Bella disposizione d’animo per seguire Gesù, che dovrebbe essere comune ad ogni vocazione: matrimonio, vita religiosa o quella moderna di “essere single”. È la base di ogni cammino vocazionale: disposizione d’animo sincera, coraggiosa, incondizionata. E realistica: il semplice entusiasmo non basta. Seguire Gesù è possibile solo se si accetta di condividere con lui il suo destino: essere senza patria, ripudiati da tutti, non avere alcuna sicurezza, prendere ogni giorno la propria croce dietro a Gesù e morire con lui. gesu-1-300x169 Prontezza e coerenzaIl Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”: se ad Abramo fu richiesto di lasciare ogni sicurezza, abbandonando la propria casa e persino gli affetti più cari della famiglia, al discepolo di Gesù è chiesto di vivere confidando solo nella bontà provvidente di Dio: Non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta” (Lc 12,22.30-31). Permettimi, Signore, d’andare prima a seppellire mio padre”:  è l’estremo rispetto a chi ci ha dato la vita; eppure, Gesù chiede di saper sacrificare anche gli affetti più cari in vista dell’annuncio urgente del Regno di Dio: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 12,26). Di più: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio” (Lc 9,60). Prima permettimi d’accomiatarmi da quelli di casa mia”: Elia permise ad Eliseo di accomiatarsi dai suoi genitori (1Re 19,20-21), Gesù no. Il Regno di Dio postula dagli uomini l’esigenza della totalità indivisa di pensiero e di volontà. Bisogna avere la stessa decisione di Paolo apostolo: “Queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3,7-8).

Lettura esistenziale

“Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Lc 9, 58). L’evangelista Luca ci presenta Gesù che, mentre cammina per la strada, diretto a Gerusalemme, incontra alcuni uomini, probabilmente giovani, i quali promettono di seguirlo dovunque vada. Con costoro Egli si mostra molto esigente, avvertendoli che “il Figlio dell’uomo – cioè Lui, il Messia – non ha dove posare il capo”, vale a dire non ha una propria dimora stabile, e che chi sceglie di seguirlo e poi si tira indietro non è adatto per il Regno di Dio. Ad un altro invece Cristo stesso dice: “Seguimi”, chiedendogli un taglio netto con i legami familiari. Queste esigenze possono apparire troppo dure, ma in realtà esprimono la novità e la priorità assoluta del Regno di Dio che si fa presente nella Persona stessa di Gesù Cristo. In ultima analisi, si tratta di quella radicalità che è dovuta all’Amore di Dio, che Gesù stesso vive in prima persona. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra in una nuova dimensione della libertà, che san Paolo definisce “camminare secondo lo Spirito” (cfr Gal 5,16). “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi.” – scrive l’Apostolo – e spiega che questa nuova forma di libertà acquistataci da Cristo consiste nell’essere “a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,1.13).

Libertà e amore coincidono. Al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti.

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