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Quarant’anni senza Rino Gaetano: il ricordo del poeta ironico scomodo ai politici

di Salvatore Di Bartolo – “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa capiranno che cosa voglio dire questa sera”.


Con queste parole, pronunciate poco prima di un concerto sulla spiaggia di Capocotta nel 1979, Rino Gaetano denunciava di fronte al suo pubblico uno stato di malessere correlato al contenuto, spesso e volentieri scomodo, dei suoi testi che, secondo il cantautore calabrese, andavano in una qualche maniera a ledere degli interessi. Parole che oggi risuonano come profetiche, dal momento in cui, appena due anni dopo, Rino Gaetano sarebbe deceduto, a soli 31 anni, in seguito ad un incedente stradale in circostanze mai del tutto chiarite che lasciano tuttora spazio a numerosi interrogativi. Era il 2 giugno 1981. Sono già trascorsi quarant’anni da quel triste giorno, eppure non è passato un solo giorno in cui le canzoni di Rino non siano state cantate da giovani e meno giovani di ogni generazione in questi decenni. E non vi è dubbio alcuno che le canzoni di Rino Gaetano verranno cantate ed ascoltate ancora a lungo, perchè, come egli stesso ebbe a dire nel corso di quel concerto sulla spiaggia di Capocotta, i giovani hanno compreso da tempo cosa egli volesse comunicare con i suoi testi ed hanno saputo apprezzarne il contenuto e lo stile, spesso goliardico, sempre pungente e mai banale. Perchè quel 2 giugno di quarant’anni fa è scomparso l’uomo ma nessuno potrà mai mettere a tacere le idee, che da quarant’anni continuano a vivere con i testi delle sue canzoni. 

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