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Reddito di Cittadinanza: i ‘furbetti’ sono più di 123 mila

di Salvatore Di Bartolo – In Italia sono più di 120 mila gli ormai arcinoti furbetti del reddito di cittadinanza. Al 31 agosto 2021, infatti, su una platea di 3.027.851 percettori del sussidio, ben 123.697 hanno subito la revoca dell’assegno a causa di false dichiarazioni.

Come spiega il Corriere della Sera, le anomalie più frequenti alla base delle dichiarazioni false prodotte dai richiedenti riguardano la composizione del nucleo familiare, il reddito complessivo, la mancata dichiarazione dello stato di detenzione, o della presenza di condanne di particolare gravità. E le somme percepite, e probabilmente già spese dai furbetti, difficilmente potranno essere recuperate, nonostante i pseudo beneficiari non ne avessero in realtà il diritto a riceverle.

Ennesima beffa dunque per i contribuenti, visto che lo Stato oggi arriva a spendere ben 7,2 miliardi di euro l’anno per sostenere 1,37 milioni di nuclei familiari considerati poveri. Considerati, appunto, visto che il livello di povertà non è identificato in una determinata soglia uguale per tutti ma dipende dalle entrate mensili in rapporto al costo della vita del luogo in cui si vive. Ciò vuol dire che oggi il 36% di coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza non è in realtà povero. Mentre c’è un 56% di reali poveri che invece oggi non riceve alcun sussidio. Una disparità che riguarda soprattutto le famiglie con più figli. Infatti, se oggi un single può ricevere un sussidio di un ammontare fino a 780 euro, in una famiglia con tre figli si ricevono al massimo 1.280 euro.

La scala che assegna le risorse andrebbe quindi rimodulata in funzione del costo della vita dei territori e del numero dei componenti, visto che oggi tale misura tende a penalizzare eccessivamente le famiglie con tanti figli, mentre, spesso e volentieri finisce col premiare soggetti che non avrebbero diritto a ricevere il tanto agognato sussidio.

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