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Riconoscimento religioso a Padre Alessio ultimo anacoreta

Il Sacro Angelico abito monastico, un riconoscimento religioso del quale non si ha memoria in Occidente negli ultimi cinque secoli, è stato assegnato da monsignor Policarpo, rappresentante in Italia del patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantantinopoli, a padre Alessio Mandanikiotis, l’unico anacoreta dell’arcidiocesi metropolita, monaco di rito greco ortodosso che vive nel suo eremo di Santa Lucia del Mela, nell’Arcidiocesi di Messina.

La solenne cerimonia si è svolta a Reggio Calabria, dove l’anacoreta ortodosso siciliano è stato invitato per l’ordinazione di un presbitero e di un diacono della diocesi. Il Sacro Angelico abito monastico è uno scapolare ricamato con acronimi e frasi assunte dalla sacra Scrittura e dalla liturgia bizantina che “ricorda a chi lo indossa”, ha spiegato monsignor Policarpo, “l’estremo apprezzamento che la Chiesa Ortodossa esprime nei confronti di monaci, asceti ed eremiti che si distinguono per fedeltà e rara esemplarità”.

Il riconoscimento a padre Alessio Mandanikiotis, risulta essere un “unicum” in Italia ed è molto raro, non solo nella millenaria sede del sacro monte dell’Athos in Grecia, ma anche nelle giurisdizioni ecclesiastiche di Russia, Serbia e Grecia.

Sessantanove anni, padre Alessio Mandanikiotis ha preso i voti al monastero di Grottaferrata a ventuno anni e, dopo una breve parentesi nella zona di Piana degli Albanesi, si è trasferito in solitudine nel suo eremo di Santa Lucia del Mela, sulle orme di Sant’Ilarione il Grande, monaco egiziano palestinese vissuto nel IV secolo d.C. che mise piede in Sicilia per diffondere l’ideale ascetico e monastico, esperienza religiosa che è sopravvissuta alla dominazione islamica e a quella normanno-sveva.

La sede del patriarca di Costantinopoli in Italia, dai tempi della Serenissima Repubblica marinara, è a Venezia, nella Cattedrale di San Giorgio dei Greci.

Padre Alessio Mandanikiotis ha incontrato due volte Monsignor Policarpo: nel 2004 a Venezia per la sua ordinazione diaconale di eremita e poi a Napoli per la nomina ad archimandrita, il primo messinese elevato a tale dignità monastica, dopo il disastroso terremoto del 1908.

La biblioteca dell’eremo di Santa Lucia del Mela, tra le più importanti e complete d’Italia, è meta continua di fedeli alla luce d’Oriente e di studiosi di antiche religioni.

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