Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della I settimana di Quaresima
Riflessione biblica
“Pregando, non sprecate parole come i pagani, che credono di venire ascoltati a forza di parole”. La preghiera è comunione con Dio: non ha bisogno di parole, ma di cuore. Il cristiano pertanto, nel periodo quaresimale, è chiamato a purificare la propria preghiera personale, preghiera di figli che hanno fiducia nel Padre che è nei cieli. Preghiera breve, autentica, senza l’ipocrisia di chi vuol piegare Dio ai propri bisogni: “Non tenterai il Signore tuo Dio” (Mt 4,7).
Lettura esistenziale
L’uomo di oggi, però, non avverte immediatamente la grande consolazione della parola «padre», poiché l’esperienza del padre è spesso o del tutto assente o offuscata. Così dobbiamo imparare, a partire da Gesù, che cosa significhi «padre». Nei discorsi di Gesù il Padre appare come la fonte di ogni bene, come il criterio di misura dell’uomo che aspira alla perfezione: «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni…» (Mt 5,44s). L’amore sino alla fine, che il Signore ha portato a compimento sulla croce pregando per i suoi nemici, ci mostra la natura del Padre: Egli è Amore.
Prendiamo ancora un altro testo. Il Signore ricorda che i padri non danno una pietra ai loro figli che chiedono un pane e continua: «Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!» (Mt 7,9ss). Luca specifica le «cose buone» che dà il Padre, dicendo: «Quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11,13). Ciò vuol dire: il dono di Dio è Dio stesso. La «cosa buona» che Egli ci dona è Lui stesso. A questo punto diviene sorprendentemente palese che cosa è in gioco quando si prega: non si tratta di questo o di quello, ma di Dio che vuole donarsi a noi, questo è il dono dei doni, la «sola cosa di cui c’è bisogno» (cfr Lc 10,42).
La preghiera è una via per purificare i nostri desideri, correggerli e conoscere di che cosa abbiamo veramente bisogno: di Dio e del suo Spirito.