• 12 Novembre 2025 12:56

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento a cura di Suor Cristiana Scandura

Lunedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gio 1,1-2,1.11; Gio 2; Lc 10,25-37

“Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (Lc 10,25). E Gesù risponde con uno dei racconti più belli al mondo: quello del Buon Samaritano. “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico” (Lc 10,30). Solo poche righe, di sangue, polvere e splendore. Il mondo intero scende da Gerusalemme a Gerico. Nessuno può dire: io faccio un’altra strada, io non c’entro. Siamo tutti sulla medesima strada. E ci salveremo insieme, o non ci sarà salvezza.

Il primo che passa per quella stessa strada è un prete, un rappresentante di Dio e del potere, vede l’uomo ferito ma passa oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio, vide, ne ebbe compassione, si fece vicino. Un samaritano si commuove, si fa vicino, si fa prossimo. Tutti termini di una carica infinita, bellissima, che grondano umanità. Non c’è umanità possibile senza compassione. Il samaritano si avvicina. Non è spontaneo fermarsi, i briganti possono essere ancora nei dintorni. Avvicinarsi non è un istinto, è una conquista; la fraternità non è un dato ma un compito.

I primi tre gesti concreti: vedere, fermarsi, toccare, tracciano i primi tre passi della risposta a “chi è il mio prossimo?”. Vedere e lasciarsi ferire dalle ferite dell’altro, che sono invisibili a chi ha perduto gli occhi del cuore, come il sacerdote e il levita.

Toccare: il samaritano versa olio e vino, fascia le ferite dell’uomo, lo solleva, lo carica, lo porta. Toccare l’altro è la massima vicinanza, dirgli: «Sono qui per te». Il racconto di Luca poi mette in fila dieci verbi per descrivere l’amore fattivo: vide, ebbe compassione, si avvicinò, versò, fasciò, caricò, portò, si prese cura, pagò… fino al decimo verbo: al mio ritorno salderò… Questo è il nuovo decalogo, perché la terra sia abitata da “prossimi” e non da briganti o nemici. Al centro del messaggio di Gesù una parabola; al centro della parabola un uomo; e quel verbo: Tu amerai. Fa così, e troverai la vita (Ermes Ronchi).