Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Santa Cecilia
Letture: Ap 10,8-11 Sal 118 Lc 19,45-48
Riflessione biblica
“Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri” (Lc 19,45-48). Per chi crede, vi sono due “templi di Dio”: uno comune: la Chiesa, e uno personale: il cuore. Ad entrambi fa riferimento la parola di Gesù. La Chiesa: è il luogo dell’incontro con Dio e i fratelli, là dove eleviamo insieme le nostre suppliche per ricevere aiuto e misericordia e innalziamo i nostri ringraziamenti e le nostre lodi a Dio. La Chiesa, poi, è radicata in Gesù e solo in lui si edifica e cresce: “In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2,21-22). “Bene ordinata”: non solo nel decoro esteriore e nel rispetto che dobbiamo al luogo sacro, senza renderlo un salotto o un mercato, dove tutti possono gridare a piacere, ma “agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità” (Ef 4,15-16). Ciò presuppone la formazione del cuore: “Dopo aver purificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna” (1Pt 1,22-23). Poniamo Gesù nel nostro cuore, come fondamento unico ed essenziale, per edificarci reciprocamente come tempio santo di Dio: “Se davvero avete gustato che buono è il Signore, avviciniamoci a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siamo costruiti anche noi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo” (1Pt 3,2-5).
Lettura esistenziale
“In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: ‹‹La mia casa sarà casa di preghiera››. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri!” (Lc 19, 45-46). A pochi giorni dalla sua Passione, Gesù entra nel tempio compiendo un gesto profetico molto forte che suscita la reazione furibonda dei sacerdoti e degli scribi che ne decretano la morte. Insieme con una schiera crescente di pellegrini, Gesù era salito a Gerusalemme per la Pasqua. Il vero obiettivo di questo pellegrinaggio doveva essere quello di incontrare Dio; di adorarlo e così mettere nell’ordine giusto la relazione di fondo della vita. Gesù però riscontra un’atmosfera di caos, proprio all’interno del tempio che doveva essere una casa di preghiera. Perciò, alla maniera degli antichi profeti, Egli compie un’azione simbolica piena di significato. Nel cacciare dal tempio i mercanti che vendevano le vittime destinate a servire come offerta, Gesù annuncia il nuovo culto, in spirito e verità, che è venuto ad istituire. Culto nel quale i sacrifici di animali non avranno più spazio. San Paolo affermerà che il nuovo tempio di Dio siamo noi (cfr 1Cor 3, 17) e così scrive: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12, 1s). Permettiamo a Gesù di purificare anche il nostro cuore, scacciando i mercanti che talvolta ci portiamo dentro. È, infatti, dentro di noi che dobbiamo custodire “una casa di preghiera”. Un luogo, cioè, dove incontrare Dio.