• 7 Maggio 2024 1:49

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Sabato 26 e domenica 27 giugno,  a Castelvetrano si terranno due iniziative in ricordo di don Baldassare Meli. Sabato 26, ore 18: manifestazione in piazza Unità d’Italia con testimonianze per don Meli. Domenica 27, ore 19, sul sagrato della parrocchia Santa Lucia, santa messa presieduta dal Vescovo, monsignor Domenico Mogavero.

Ma chi era don Meli. Certamente non era un prete da sagrestia, uno di quelli amanti di pizzi e merletti che crede che per essere prete basti dire messa e poi quello che succede fuori non affar suo.

Don Meli era un prete che sapeva stare in strada perché sapeva stare in ginocchio davanti al Tabernacolo. Sacerdote dei migranti e dei bimbi, don Baldassare Meli, per molti anni  fu animatore della comunità Santa Chiara all’Albergheria a Palermo. Non faceva distinzioni fra esseri umani, convinto che tutti noi apparteniamo ad un’unica razza, quella umana”. Fu un profeta, e come tutti i profeti non fu capito.

I suoi furono anni di grande impegno, in modo pionieristico sul fronte dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti, ma anche su quello contro la pedofilia. Alla fine degli anni Novanta, don Meli denunciò un giro di ‘orchi’ a Ballarò e all’Albergheria, quartieri difficili di Palermo.​

Nato ad Aragona, in provincia di Agrigento, don Meli, malato da tempo, venne ordinato presbitero il 4 aprile del 1971, nella chiesa madre della sua città natìa. Salesiano per lungo tempo, fu anche parroco a Santa Chiara di Palermo per 17 anni: da qui nel 1996 svelò un giro di pedofilia che coinvolgeva 52 bambini.

Alle sue denunce seguirono degli arresti, ma anche molte accuse perfino dalle stesse famiglie dei bambini, che non volevano credere a quanto accadeva. “L’Oratorio – raccontò un giorno don Meli – quotidianamente era frequentato da circa 80 bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni. In questo clima di piena confidenza e fiducia ascoltò racconti terribili. Tanti di loro erano vittime di abusi… Dinanzi a questo mare di melma non potevamo rimanere inerti”. 

Mons. Domenico Mogavero durante il funerale affermò che l’eredità di Don Meli  è“singolare, ricca, impegnativa”. Sì, perché il lascito di don Meli va oltre il dono del sorriso, dell’abbraccio, del perdono e del conforto. E sta nella volontà di esporsi, di denunciare, di dire la verità senza prudenze interessate.

Un approccio per il quale non sempre ha ricevuto consenso. Come tutti i profeti è stato amato dallo scarto della società e incompreso dai primi della classe.

Come tutti i profeti anche don Meli è stato e continua ad essere per molti un prete scomodo…