Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della II settimana di Quaresima
Letture: Is 1,10.16-20 Sal 49 Mt 23,1-12
Riflessione biblica
“Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,1-12). Tutti sottoscriviamo queste parole: l’unico maestro è Gesù e lo Spirito di Gesù che ci insegna la via da seguire per rimanere in Gesù. Tutti siamo fratelli, figli dell’unico Padre celeste; tutti siamo discepoli, guidati dall’unica guida, Gesù. Anzi, chi si reputa grande deve farsi “servitore dei fratelli”: “Che cos’è mai Apollo? Cos’è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso” (1Cor 3,5). Nella realtà concreta, purtroppo, il “maestro interiore” è il nostro “invadente io”, tanto che il Vangelo ci mette in guardia dalla presunzione di essere guida degli altri, dalla vanità d’apparire santi mentre operiamo secondo i nostri interessi, e dall’incoerenza “del dire e non fare”. Per liberarci da tale atteggiamento interiore, il Vangelo ci suggerisce tre vie d’uscita: la coerenza, l’umiltà, la modestia. Per rimanere discepoli di Gesù, c’è bisogno di coerenza: evitiamo di essere “fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore, ma agiamo secondo verità nella carità” (Ef 4,14-15). Il cristiano deve rendere testimonianza a Dio non solo a parole, ma abbracciando con Gesù la croce quotidiana, usando misericordia con il perdono, impegnandosi nelle opere di verità, giustizia e amore. Di umiltà: discepolo di Gesù è chi “rinnega se stesso” e si fa servitore dei fratelli e dona il meglio di se stesso: “Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia” (Rom 12,8). Di modestia: “Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Fil 2,3). Solo l’amore ci rende veri discepoli di Gesù.
Lettura esistenziale
“Chi tra di voi è più grande, sarà vostro servo” (Mt 23,11). Il Vangelo offre delle regole per la vita: l’agire nascosto invece dell’apparire, la semplicità invece della doppiezza, il servizio invece del potere. Il più grande comandamento, diceva Gesù, è «Tu amerai». Il più grande tra gli uomini, dice ora, è colui che traduce l’amore nella divina follia del servizio: il più grande tra voi sia vostro servo. Il folle in Cristo è ormai il più intelligente. Questa è la strada contromano di Gesù: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è ai piedi di tutti. Dio non è il padrone dei padroni, è il servitore che in Gesù lava i piedi ai discepoli. Non è il Signore della vita, è di più, il servo di ogni vita. I grandi del mondo si costruiscono troni. Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare tutte le ferite della terra. Dio come un servo: che non esige, sostiene; non pretende, si prende cura; non rivendica diritti, risponde ai bisogni. Servitore ineguagliabile. E se una gerarchia nella chiesa deve sussistere, sarà rovesciata rispetto alle norme della società terrena: Voi siete tutti fratelli. E poi rovesciata di nuovo, da Cristo, che si è fatto fratello, ma poi da fratello si è fatto ultimo. Gesù cambia la radice del potere, la capovolge al sole e all’aria. E rivela che ogni uomo è capace di potere se è capace di servizio. Servizio: questo il nome nuovo, il nome segreto della civiltà, perché questo è lo stile di Dio (Ermes Ronchi).