• 29 Aprile 2024 21:13

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Mac 4,36-37.52-59; 1Cr 29; Lc 19,45-48

Riflessione biblica

“La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri” (Lc 19,45-48). Il rimprovero di Gesù, nell’atto di cacciare i venditori da tempio, ha due fonti bibliche autorevoli: Is 56,7 e Ger 7,11. Il testo di Is 56,7, dall’apertura universalistica, mette in evidenza la dignità e sacralità del “tempio di Dio”, che sarà “la casa di preghiera” di tutti coloro che credono in Dio: “Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”.Gesu-14-300x195 Coerenza e fedeltà Ger 7,11, da parte sua, ci ricorda che la dignità e sacralità del tempio va rispettata non solo nel momento della preghiera, ma soprattutto nella vita quotidiana: “Voi con-fidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini. Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome?”. L’unione dei due testi deve farci riflettere: non si può essere credenti in Chiesa e miscredenti nella vita quotidiana; ardenti fino al bigottismo, scandalosi fino all’ingiustizia e allo scandalo. Evitiamo questa “schizofrenia interiore” e ricordiamoci “che siamo tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in noi. Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1Cor 3,16-17). spiritosanto-300x151 Coerenza e fedeltàLasciamoci guidare dallo Spirito: nella misura della nostra docilità allo Spirito e alla parola che egli ci insegna e ci fa vivere, la nostra vita di credenti si fa intensa, profonda, determinata a seguire la Parola di Gesù. Avviciniamoci a Gesù, “pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siamo costruiti anche noi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo” (1Pt 2,4,5). In Gesù e mediante lo Spirito, la nostra fede sarà attiva e dinamica: è “fede agente mediante la carità” (Gal 5,6), frutto dello Spirito (Gal 5,22), che si manifesta soprattutto come gioia di vivere insieme, di pace profonda che gode del bene e non si arrende al male, dominio di sé che produce nel credente un profondo equilibrio interiore, vera maturità spirituale, che ci fa affrontare la vita con coerenza e determinazione.

Lettura esistenziale

gesu-11-300x148 Coerenza e fedeltà“In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: ‹‹La mia casa sarà casa di preghiera››. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri!” (Lc 19, 45-46). A pochi giorni dalla sua fine, Gesù entra nel tempio con un gesto di protesta e di denuncia, un gesto talmente forte da suscitare la reazione furibonda dei sacerdoti e degli scribi che ne decretano la morte.Con questo gesto, Gesù vuole sottolineare che si entra in relazione con Dio per amore e non per paura.

Il nostro Dio non va addomesticato con sacrifici e offerte, poiché Egli è per noi Padre, un Padre che ci ha amati e ci ama a tal punto da mandare il Suo unico Figlio a salvarci attraverso la Sua morte in croce. I mercanti che Gesù scaccia dal tempio non riguardano solo il passato, e non riguardano persone tanto diverse da noi. Gesù parla di noi, parla di quei mercanti che tutti ci portiamo dentro e che rovinano la relazione con Dio applicando logiche matematiche di merito, di debito, di dare e avere.

È dentro di noi che dobbiamo liberare il tempio da venditori e mercanti. Dobbiamo ritrovare nel nostro cuore “una casa di preghiera”. Un luogo, cioè, dove incontrare Dio, e non dove comprarne la benevolenza. Se così non facciamo allora capita di avere una vita religiosa tutta incentrata sulla paura, sul senso di colpa, sulla convinzione che dobbiamo tenerci Dio buono attraverso le nostre offerte. Dio invece si incontra nell’amore disarmante del dono gratuito del Figlio.