Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Venerdì della IV settimana di Quaresima
Letture: Sap 2,1.12-22 Sal 33 Gv 7,1-2.10.25-30
Riflessione biblica
“Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono” (Gv 7,25-30). Conoscere Gesù è fondamentale per la fede. Ma una conoscenza storica di Gesù, anche se basata sui Vangeli, non è sufficiente: la fede non è la conoscenza storica di un personaggio di 2000 anni fa. No! Gesù per noi è vivo (At 25,19) e la nostra conoscenza di lui va oltre il fenomeno storico. Gesù ci invita ad approfondire la nostra fede in lui, scoprendo la sua vera origine: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1-2). Ed egli è stato inviato a noi per farci conoscere Dio come Padre e il suo amore per noi: “Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro” (Gv 17,25-26). Egli è venuto per compiere l’opera di salvezza del Padre: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Innalzato sulla croce, egli attira tutti noi a sé (Gv 12,32) ed è divenuto luce per tutti coloro che credono e operano nel suo nome: “Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce” (Gv 12,35-36). Infatti, “a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1,12-13). Camminiamo alla luce di Gesù e parteciperemo alla sua gloria: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. (Gv 17,24).
Lettura esistenziale
“Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia” (Gv 7,25-27). Gesù, nel vivere la missione affidatagli dal Padre, sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta. Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica. Egli va avanti per la sua strada, confidando nell’amore del Padre. L’evangelista Giovanni attesta la serenità di Gesù, che prosegue tranquillamente la sua missione e si sforza di far capire la sua origine e identità: “Chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato” (Gv 7,28s). Gli abitanti di Gerusalemme si stupiscono per il fatto che Gesù non sia stato ancora imprigionato e messo a morte, ma la sua “ora” non è ancora giunta. Ciascuno di noi, prima o poi, vivrà la propria “ora”, l’ora cioè di testimoniare la propria fede nelle prove che la vita ci farà attraversare e che metteranno in luce la saldezza della nostra fede. Prepariamoci fin d’ora chiedendo a Dio la grazia di essergli fedeli.