Si chiamano Okeny Godfrey Willy e Tabu Monika i due studenti rifugiati che studiano a Palermo grazie al progetto UNI.CO.RE. (University Corridors for Refugees) che coinvolge UNHCR, Caritas Italiana, Centro Astalli per Rifugiati e Diaconia Valdese oltre agli atenei che aderiscono all’iniziativa. Il progetto, nato nel 2019, è giunto alla sua settima edizione e continua a riscuotere grande entusiasmo nella comunità accademica in Italia, tanto che negli ultimi sei anni 42 università hanno aderito all’iniziativa offrendo oltre 250 borse di studio a rifugiati provenienti da diversi Paesi dell’Africa, tra i quali Etiopia, Uganda, Kenya, Niger, Camerun e molti altri.
Okeny Godfrey Willy è ospitato a “Casa Shaqed” presso il centro Agape della Caritas Diocesana inaugurato dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice nei giorni scorsi, in concomitanza con altre iniziative realizzate in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri; Monika Tabu è ospitata al Centro Diaconale Valdese. La Caritas Diocesana di Palermo segue da sempre il progetto UNI.CO.RE. (la referente è Anna Cullotta con il coordinamento di don Sergio Ciresi, vice direttore della Caritas di Palermo)
In occasione dell’ultimo incontro nazionale sono stati presentati i risultati ottenuti nei primi sei anni di attività, con un focus sugli studenti che hanno conseguito una laurea in Italia. Si è discusso delle finalità del progetto e dell’idea di sviluppare una piattaforma online comune che consentirà di rendere più agevole la presentazione e la valutazione delle domande da parte degli studenti rifugiati. In occasione del meeting, presentati i Paesi da cui si intende implementare il programma per quest’anno, la timeline del progetto e i prossimi passi.
Gli obiettivi dei Corridoi universitari:
- Modello innovativo di ingresso sicure e legale per i rifugiati
- Opportunità per studenti rifugiati di ottenere visti di studio e borse di studio in Italia
- Accompagnamento degli studenti nel percorso di studio e di inclusione sociale
- Promozione di società accoglienti e inclusive
L’integrazione sul territorio avviene anche attraverso la rete Caritas (le Caritas diocesane) e con il supporto di Caritas Italiana. Sono le comunità a prendersi l’impegno dell’accoglienza. Un percorso che comincia ancora prima dell’arrivo degli studenti. Un progetto di accompagnamento delle persone sviluppato in coordinamento con le università. Chi viene accolto sono studenti e studentesse, ma sono in primo luogo persone. E chi accoglie sono ancora persone, raccolte in comunità che vogliono essere inclusive.