• 4 Maggio 2024 8:51

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Dalla selezione all’arrivo alla soppressione sistematica di massa dei deportati: c’è tutto il campionario di orrori nella mostra “Dall’Italia ad Auschwitz” che dal 3 al 19 novembre sarà ospitata a Palermo nella chiesa di San Michele Arcangelo a Casa Professa.

L’esposizione, curata da Sara Berger e Marcello Pezzetti, è promossa dal Museo della Shoah, in collaborazione con il Comune di Palermo, l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia e l’Istituto siciliano di studi ebraici.

Lungo il percorso espositivo viene ricostruita la storia di persone di origini ebraiche, spesso componenti di interi nuclei familiari, arrestate nel territorio italiano e deportate nel campo di Auschwitz-Birkenau. Un nucleo dei deportati era costituito da rom. La mostra ricostruisce, tra l’altro, i metodi spietati di persecuzione basati sull’odio razziale e i meccanismi di soppressione dei prigionieri ebrei e “politici”. Le condizioni igienico-sanitarie erano terribili. E lo erano ancora di più le sperimentazioni mediche e le “selezioni interne”. La mostra dedica uno spazio all’evacuazione del campo, al trasferimento dei prigionieri ancora in grado di camminare e di lavorare verso altri lager e all’abbandono dei cosiddetti “inabili” nei campi di concentramento locali dove il 27 gennaio 1945 giunsero le truppe sovietiche.

All’inaugurazione della mostra, il 3 novembre, interverranno il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore alla cultura Giampiero Cannella, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Pierro, la presidente dell’Istituto di studi ebraici di Palermo, Luciana Pepi, e il ricercatore Marco Caviglia.