• 19 Maggio 2024 21:07

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Dall’Italia ad Auschwitz storia dei deportati, mostra a Palermo

La fondazione museo della Shoah, in collaborazione con il Comune di Palermo – assessorato alla Cultura, l’ufficio scolastico Regionale per la Sicilia e l’Istituto siciliano di studi ebraici inaugura venerdì 3 novembre alle ore 11 la mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti.

L’esposizione si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’Unar Ufficio Nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari Opportunità, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’unione delle comunità Ebraiche Italiane, della comunità Ebraica di Roma, dell’associazione Figli della Shoah e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del merito.

Per l’inaugurazione saranno presenti il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, l’Assessore alla Cultura, Giampiero Cannella, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Giuseppe Pierro e la presidente della Istituto di studi ebraici di Palermo, Luciana Pepi, e il ricercatore della Fondazione Museo della Shoah, Marco Caviglia.

Questa esposizione descrive la storia di tutte le persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau.

“Si tratta innanzitutto delle persone di origini ebraiche – spesso interi blocchi familiari -, compresi gli ebrei stranieri che negli anni precedenti avevano cercato rifugio nella penisola e gli ebrei che risiedevano nelle isole del Dodecaneso, nella quasi totalità di nazionalità italiana – affermano i promotori – Ma, grazie alle indagini storiografiche condotte, si è scoperto che la realtà della deportazione “politica” – nella quasi totalità costituita da donne residenti nel territorio dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) – è ben più consistente rispetto a quella proposta fino ad ora dalla storiografia e che la deportazione ha toccato anche un piccolo numero di rom – dato fino ad oggi sconosciuto -, anch’essi arrestati nell’Adriatisches Küstenland.