Applausi e commozione ieri al Festival delle letterature migranti, in corso a Palermo ai cantieri culturali alla Zisa, per la prima assoluta dello spettacolo “P.S. post scriptum/Pasolini Sciascia”.
Un omaggio ai due scrittori, nei 50 anni dalla morte di Pasolini. In scena, un dialogo impossibile, oggi, tra Pasolini e Sciascia, testimoni critici del loro tempo, lettori di processi profondi fin quasi alla profezia.
Conversando tra loro, in uno scambio intenso sulla scena di un’aula di giustizia, i due scrittori ricordano pagine della loro vita e dell’Italia che hanno attraversato. Fatti dei quali sono stati osservatori, commentatori critici, mai spettatori indifferenti.
Un testo di Davide Camarrone, direttore artistico del Festival, con la regia e l’interpretazione di Gigi Borruso (Pasolini) e Giuseppe Cutino (Sciascia).
Storia di un’amicizia durata per quasi quarant’anni, di un rapporto intenso, di due sguardi sul Paese e sul loro tempo che in qualche modo possono dirsi complementari, P.S. racconta anche la mancanza oggi di questi due intellettuali e più in generale della scomparsa di un ceto capace di tener desta l’attenzione dell’opinione pubblica sul potere e le sue perversioni, di annunciare e denunciare, di far luce sui nostri tempi oscuri.
Lo spettacolo è stato prodotto dall’associazione per la conservazione delle tradizioni popolari “Antonio Pasqualino” e dal Festival delle letterature migranti.
