• 26 Aprile 2024 23:29

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della IX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Tb 3,1-11.16-17; Sal 24; Mc 12,18-27

Riflessione biblica

“Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe. Non è Dio dei morti, ma dei viventi!” (Mc 12,18-27). È la risposta di Gesù ai cavilli dei sadducei, che negavano la risurrezione. La loro polemica era ridicola, senza fede e di sapore maschilista ributtante, che metteva in ridicolo la legge del levirato stabilita da Dio in Dt 25,5-6. Gesù si appella alla genuina fede nella risurrezione dei morti: Dio è il Dio dei viventi, non dei morti. È il Dio della promessa ad Abramo, ad Isacco, a Giacobbe e a tutti coloro che credettero in Dio e aspiravano alla comunione con lui: “Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste” (Ebr 11,13-16). Ma il cristiano ha anche la promessa di Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25-26). Chi crede nella risurrezione, crede fermamente nella risurrezione di Gesù: “Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede” (1Cor 15,13-14). Nel battesimo, infatti, “siamo stati immersi nella morte e risurrezione di Gesù” (Rom 6,4). La risurrezione è trasformazione del nostro essere, un partecipare alla vita del Dio vivente: “nella risurrezione dei morti, (l’uomo) è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale” (1Cor 15,42-44). Con la risurrezione, siamo aperti all’immortalità e alla fecondità spirituale di Dio: “Come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste” (1Cor 15,49.53). Saremo in comunione con il Dio dell’amore, che esclude ogni egoismo e possesso, ma ci apre al dono della vita eterna.

Lettura esistenziale

“Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c’è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello” (Mc 12, 18s). Dopo i farisei e gli erodiani, nel Vangelo odierno appaiono i sadducei che pongono a Gesù una domanda sulla resurrezione, tema polemico che causava litigi tra sadducei e farisei. I sadducei propongono a Gesù una storia paradossale per mettere in ridicolo l’ipotesi stessa della risurrezione. Essi raccontano il caso fittizio di una donna che si sposò sette volte e alla fine morì senza avere figli. La legge del levirato obbligava la vedova senza figli a sposarsi con il fratello del defunto marito, il figlio che ne sarebbe nato sarebbe stato considerato come prole del marito defunto. Essi dunque chiedono a Gesù. “Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l’hanno avuta come moglie!”. Questo era un modo per dire che credere nella risurrezione portava la persona ad accettare l’assurdo. Gesù risponde duramente: “Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?”. Gesù spiega che la condizione delle persone dopo la morte sarà totalmente diversa dalla condizione attuale. Dopo la morte non ci sarà matrimonio, ma tutti saranno in cielo, come angeli di Dio, come fratelli e sorelle. Alla fine Gesù conclude affermando che il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, non è Dio dei morti, ma dei vivi. “Dio di Abramo, di Isacco, di Gesù, Dio di mio padre, di mia madre… Se quei nomi, quelle persone non esistono più è Dio stesso che non esiste. Se quel legame si dissolve è il nome stesso di Dio che si spezza. Per questo li farà risorgere: solo la nostra risurrezione farà di Dio il Padre per sempre” (Ermes Ronchi).