• 2 Maggio 2024 10:18

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

XXXIII domenica del Tempo Ordinario

Letture: Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

Ascoltiamo il Vangelo secondo Marco in questa 33° domenica.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.gesu-14 È vicino, è alle porte! Nel cammino della liturgia ci troviamo alla penultima domenica del tempo ordinario. Domenica prossima è la solennità di Cristo Re e poi ci sarà la prima domenica di Avvento, che ci fa cominciare un nuovo anno liturgico. Le tematiche di queste ultime domeniche si agganciano a quelle delle prime domeniche di Avvento, trattando lo stesso argomento che è il ritorno glorioso di Cristo alla fine dei tempi. Un tema di per sé ricco e complesso. Per rendere le cose più complicate, noi cristiani abbiamo inventato parole difficili come escatologia, parusia, apocalittica! Al di là delle sfumature, che fanno la differenza, la cosa importante verso cui soffermare la nostra mente e il nostro cuore è questa: la storia, la vita, il quotidiano che viviamo sono un dono grandissimo di Dio, ma da soli non bastano. C’è una storia che va al di là di questo tempo, una vita che oltrepassa la morte, un oggi che attende e si proietta in un domani certo, anche se ancora non lo vediamo. Questa è la speranza cristiana: attendere il ritorno glorioso di Cristo, che verrà come giudice misericordioso per consegnare noi, che siamo il Regno di Dio, al Padre, come offerta a lui gradita. Non ci sarà più morte, né lutto, né lacrime e sarà gioia piena nell’abbraccio d’amore con Dio e tra di noi. Per sempre. Quindi attendiamo cieli nuovi e terra nuova, in cui dimorerà la giustizia e la pace.

Per questo il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce e le stelle cadranno dal cielo, non per metterci paura, ma perché l’ordine di questo mondo cederà il passo alla nuova creazione, quella che Cristo risorto e glorificato instaurerà, facendo nuove tutte le cose.

gesu-10-300x199 È vicino, è alle porte!Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. Davanti a questa prospettiva, Gesù ci chiede la capacità di discernimento, per individuare e interpretare i segni che la Parola di Dio e la storia ci consegnano. Diciamolo onestamente, questo non è facile, soprattutto perché non siamo abituati. E invece credo che proprio questo sia il momento in cui bisogna invocare lo Spirito Santo per una lettura personale e comunitaria dei segni dei tempi. Di fronte agli eventi della storia e a quelli personali, soprattutto quando sono negativi, noi siamo tentati di ribellarci, di chiuderci, di chiedere perché o di colpevolizzarci. Il Signore invece ci dice: davanti a queste cose sappiate che io sono vicino, sono alle porte. Non dovete far altro che aprirle!

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Un versetto difficile, che sembra contraddire l’evidenza. Leggendolo in senso cronologico i primi cristiani credevano che il ritorno di Cristo sarebbe stato imminente. Sono possibili tante interpretazioni. Quella che vi voglio presentare è questa: gli eventi futuri di cui stiamo parlando, sono la conseguenza ultima di un altro evento che è il centro della storia dell’umanità e della salvezza di ogni uomo: la morte e risurrezione di Cristo. In questo senso la generazione degli uomini contemporanei a Gesù hanno visto nella sua Pasqua l’inizio di un compimento che verrà.

parola-1 È vicino, è alle porte!Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Se passano il cielo e la terra, come crollano le case, i ponti, le certezze, le ideologie, le politiche e, lasciatemelo dire, crollano anche le religioni fondate sul nulla o impostate male… e allora cosa rimane? La Parola di Dio, il Vangelo del Signore! Quello non muore mai. Non passa di moda. È cibo buono, senza scadenza. La tua parola, Signore, è stabile per sempre! Anche davanti alle macerie, si può sempre ricostruire, con la forza della sua Parola. Conviene dunque puntare su ciò che è eterno, non sulle cose che muoiono e marciscono.

Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». Il tentativo di conoscere il futuro è un bisogno umano per calmare l’ansia del domani e l’angoscia di ciò che è imprevedibile. Se poi ci si affida alle carte magiche o ai santoni di turno, significa portare la propria intelligenza al banco dei pegni, insieme al veder diminuire buona parte del proprio portafoglio. Gesù ci sta dicendo chiaramente di evitare questa tentazione, di non volere manipolare e tenere sotto controllo il domani, perchè esso appartiene a Dio, e di Lui, che è Padre vogliamo fidarci.

Una santa e serena domenica a tutti voi. Con la sua benedizione!