• 24 Giugno 2025 0:23

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della IV settimana di Pasqua

Letture: At 11,1-18   Sal 41 e 42   Gv 10,1-10

Riflessione biblica

“Chi entra per la porta, è il pastore delle pecore. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,1-10). gesu-pastore-bello-300x169 Entrata liberaDue immagini ci propone il Vangelo: la porta d’ingresso del recinto del gregge e il buon pastore. Entrare per la porta è immagine dinamica di chi è padrone di casa, di un’ambiente di lavoro e anche dell’ovile che custodisce le pecore. Essa ha molteplici sensi spirituali. Solo chi appartiene al gregge di Gesù può entrare attraverso la porta. E per il cristiano, il battesimo è la porta della vita spirituale, che ci ha immessi nella comunione con Gesù. Lui è il pastore delle pecore: apparteniamo a lui, abbiamo creduto in lui e ci siamo affidati a lui. Per questo, ogni fedele ascolta la sua voce, la riconosce, la segue. È il dinamismo della vita spirituale: ci rivolgiamo a Gesù, aderiamo a lui, lo seguiamo. È slancio della mente e del cuore: entriamo in comunione con Gesù che ci illumina, ci salva, ci santifica nell’amore e nella verità. “Io sono la porta”: Gesù ci immette nell’intimità con il Padre: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Ma lo stare con Gesù non è fine a se stesso: ci abilita ad “entrare, uscire e trovare pascolo” (Gv 10,9). Entrare: il cristiano entra in rapporto con Gesù nella fede, cresce mediante la parola e il pane di vita, esperimenta il grande amore di Gesù. Uscire: rinnovati dall’amore, dobbiamo uscire da noi stessi: “Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro” (1Gv 3,3) e dare testimonianza: “Noi abbiamo visto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo” (1Gv 4,14). Trovare pascolo: Gesù ci alimenta con la parola di verità, ci fa riposare sui pascoli di vita dell’Antico e del Nuovo Testamento, ci cura con il sacramento della sua misericordia, ci nutre con il suo corpo e sangue, cibo di vita eterna.

Lettura esistenziale

gesu-buon-pastore-300x214 Entrata libera“Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome” (Gv 10,3). Non l’anonimato del gregge, ma nella sua bocca il mio nome proprio, il nome dell’affetto, dell’unicità, dell’intimità, pronunciato come nessun altro sa fare. Sa che il mio nome è «creatura che ha bisogno». Ad esso lui sa e vuole rispondere. E le conduce fuori. Il nostro non è un Dio dei recinti chiusi ma degli spazi aperti, pastore di libertà e di fiducia. E cammina davanti ad esse. Non un pastore di retroguardie, ma una guida che apre cammini e inventa strade, è davanti e non alle spalle. Non un pastore che pungola, incalza, rimprovera per farsi seguire ma uno che precede, e seduce con il suo andare, affascina con il suo esempio: pastore di futuro. Io sono la porta, Cristo è passaggio, apertura, porta spalancata che si apre sulla terra dell’amore leale, più forte della morte (chi entra attraverso di me si troverà in salvo); più forte di tutte le prigioni (potrà entrare e uscire), dove si placa tutta la fame e la sete della storia (troverà pascolo). E poi la conclusione: Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Non solo la vita necessaria, non solo la vita indispensabile, non solo quel respiro, quel minimo senza il quale la vita non è vita, ma la vita esuberante, magnifica, eccessiva, vita che dirompe gli argini e sconfina, uno scialo di vita. Così è nella Bibbia: manna non per un giorno ma per quarant’anni nel deserto, pane per cinquemila persone, carezza per i bambini, pelle di primavera per dieci lebbrosi, pietra rotolata via per Lazzaro, cento fratelli per chi ha lasciato la casa, perdono per settanta volte sette, vaso di nardo per 300 denari sui piedi di Gesù In una piccola parola è sintetizzato ciò che oppone Gesù, il pastore vero, a tutti gli altri, ciò che rende incompatibili il pastore e il ladro. La parola immensa e breve è «vita». Cuore del Vangelo. Parola indimenticabile. Vocazione di Dio e vocazione dell’uomo (Ermes Ronchi).