• 24 Giugno 2025 11:30

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Galloitalico a San Fratello, il Prof. Bellitto: “Non abbandoniamo la nostra lingua”

Non nascondono l’amarezza e neppure la delusione i fondatori del gruppo Fb San Frareu – Zzea parduoma u dialott dû nasc paies, gruppo nato par custodire e promuovere la lingua galloitalica che ancora oggi viene parlata a San Fratello in provincia di Messina sui monti Nebrodi.

Una nota abbastanza dura ma nello stesso tempo esortativa.

Di seguito la nota scritta dal Professore Nicola Bellitto.

“O Sanfratellani, che peccato e che vergogna abbandonare la nostra lingua!

Tutti vorremmo il nostro paese di oro, ma intanto col nostro comportamento permettiamo che vada a peggiorare. Abbiamo dato sempre la colpa alla Natura per le frane e alla politica per quello che non ha realizzato o ha fatto di sbagliato.

Ma io ora mi chiedo cosa fa ognuno di noi per difendere ciò che ci resta? Eppure ancora abbiamo molto da proteggere!

Sicuramente quello più importante, il vero nostro tesoro, è la nostra lingua. Essa è la nostra identità, è la nostra storia e, se l’abbandoniamo, siamo destinati a scomparire: non esiste un popolo senza la propria lingua.

Nei gruppi Facebook, che si sono formati al paese, non si scrive neanche una parola sanfratellana, eppure ognuno potrebbe scrivere come vorrebbe e invece niente e magari forse snobba anche il nostro gruppo ” San Frareu- Zzea parduoma…” che è l’unico che cerca in tutti i modi sia di insegnare a scrivere e sia di proteggere e salvare la nostra parlata.

A San Fratello cosa si fa perché la gente e specialmente i ragazzi parlino il sanfratellano? Poco o niente. Ed, ancor di più, per quale motivo, cari amici paesani, sta scomparendo l’usanza di insegnare ai propri figli a parlare il sanfratellano come se fosse una cosa negativa, come si pensava negli anni passati?

Quanto fu bella l’iniziativa che alla scuola l’anno scorso realizzò la prof. Calcó! Quanto era emozionante vedere i ragazzini tra i banchi parlare il sanfratellano e come si mostravano interessati! E così pure quest’anno i ragazzi che i maestri portarono alla biblioteca per metterli al corrente della nostra importante storia!

Però tutti ci rendiamo conto che non basta l’iniziativa di poche persone (magari anche criticate!) o di quei pochi, più o meno anziani, che lo parliamo e scriviamo. Non bastano gli studiosi con i loro studi e convegni; non basta neppure il nostro gruppo Facebook “Zzea parduoma…” con tutte le pubblicazioni che fa giorno dopo giorno. Bisogna compiere tanto altro per sensibilizzare le famiglie e specialmente la scuola. Bisogna organizzare un programma ben preciso per insegnare il sanfratellano e questo lo potremmo fare tutti quelli che amiamo il paese e specialmente il Consiglio comunale e l’Amministrazione con a capo il Sindaco.

Non ci dimentichiamo il grandioso e superbo riconoscimento che abbiamo perché siamo l’unico Comune dove ancora si parla il galloitalico. Ma, vedendo che nella scuola elementare sono pochissimi i ragazzi che parlano il sanfratellano e che neppure la stanza dedicata ai preziosi studi del più grande studioso del gallo italico sanfratellano, il prof. Benedetto Di Pietro, è servita d’esempio e di stimolo per qualche iniziativa, mi viene da pensare che nel giro di un’altra generazione scompaia la nostra parlata. E così, oltre i numerosi tesori che le frane hanno sotterrato, permettiamo che il Tempo terribilmente vorace s’inghiotta anche il nostro bene più prezioso, la nostra lingua”.