• 14 Maggio 2024 8:14

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Elisabetta d’Ungheria

Letture: Sir 26,1-4.13-21; Sal 30; Mt 25,31-40

Riflessione biblica

“In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,31-40). La famiglia francescana celebra una grande figlia di Francesco di Assisi, una sorella dell’Ordine Secolare Francescano, modello di vita cristiana e di sposa credente in Gesù. Sposa cristiana: più che adornarsi di gioielli, si adornò di virtù e di grazia: “Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto cercate che ci sia, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” (1Pt 3,3-4). Amò Dio, lodandolo nella preghiera e accettando la sua santa volontà: anche quando la sofferenza bussò alla porta del suo cuore, affidò se stessa e i suoi figli alla misericordia paterna del Padre celeste. Amò Cristo: lo servì nella condivisione di amore con suo marito e nella cura dei suoi figli; lo incontrò nei poveri e negli ammalati: a loro distribuì i suoi beni e riservò cure fisiche e spirituali, mettendo in pratica l’insegnamento di Gesù: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Amò Francesco di Assisi e fece suo il suo progetto di povertà per amore: si innamorò di Gesù, “ritenendo tutto una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù Signore. Per lui lasciò perdere tutte le cose e le considerò spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3,8); seguì Gesù povero, umile e crocifisso e trovò in lui il “tesoro nascosto nel campo del suo cuore” (Mt 6,21); soffrì in Gesù, con Gesù e per Gesù: sapendo che, “se con lui soffriamo, con lui regneremo (2Tm 2,11-12); se con lui piangeremo, con lui godremo; se in compagnia di lui moriremo sulla croce della tribolazione, possederemo con lui le celesti dimore nello splendore dei santi, e i nostri nomi saranno scritti nel Libro della vita (FF. 2880-2881).

Lettura esistenziale

“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria” (Mt 25, 31). Il Vangelo odierno insiste proprio sulla regalità di Cristo giudice, con la stupenda parabola del giudizio finale, che san Matteo ha collocato immediatamente prima del racconto della Passione. Le immagini sono semplici, il linguaggio è popolare, il messaggio è estremamente importante: è la verità sul nostro destino ultimo e sul criterio con cui saremo valutati. “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto” e così via. Chi non conosce questa pagina? Fa parte della nostra civiltà. Ha segnato la storia dei popoli di cultura cristiana: la gerarchia di valori, le istituzioni, le molteplici opere benefiche e sociali. Se mettiamo in pratica l’amore per il nostro prossimo, secondo il messaggio evangelico, allora facciamo spazio alla signoria di Dio e il regno suo si realizza in mezzo a noi. Il regno di Dio non è una questione di onori e di apparenze, ma, come scrive san Paolo, è “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14, 17). Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo abbia la vita, e che specialmente i suoi figli più “piccoli” possano accedere al banchetto che lui ha preparato per tutti. Perciò, non sa che farsene di quelle forme ipocrite di chi dice “Signore, Signore” e poi invece trascura i suoi comandamenti. Nel suo regno eterno, Dio accoglie quanti si sforzano giorno per giorno di mettere in pratica la sua parola. Alla fine della nostra vita saremo giudicati in base all’amore donato e vissuto, e il giudizio sarà assolutamente giusto. Mentre abbiamo tempo, prepariamoci a questo esame, e non avremo timore di incontrare lo sguardo di Cristo.