• 14 Maggio 2024 12:54

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Margherita da Cortona

Letture: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

Riflessione biblica

Dice Gesù: “È bene per voi che io me ne vada, … altrimenti non verrà a voi il Paraclito” (Gv 16,5-11). La partenza di Gesù crea in noi le condizioni necessarie per nascere e crescere nella vita secondo lo Spirito. Gesù ci ha avvertito: “In verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5). Noi, nel battesimo, “siamo stati sepolti insieme a Gesù nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rom 6,4). Non c’è più la presenza fisica di Gesù; ma egli è presente nel cuore e nella vita di ogni credente. Egli è presente e opera mediante il suo Spirito: “In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito” (1Gv 4,13). Non siamo soli: “il Paraclito, lo Spirito della verità, è in noi e tra noi, ci guiderà a tutta la verità e ci annuncerà le cose future” (Gv 16,13). Egli ci indica “dove” dobbiamo guardare e cercare Gesù: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, assiso alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1-2). Ci guida a Gesù, pienezza di verità e vita eterna: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Ci istruisce con la parola di Gesù, parola di verità e di vita eterna, “parole che sono spirito e vita” (Gv 6,63). Ci alimenta con il corpo e sangue di Cristo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me” (Gv 6,56-57). Ci stabilisce nella pace e ci rende sicuri nel cammino verso la meta del nostro futuro: “In questo l’amore raggiunge tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo” (1Gv 4,17). E saremo con lui nella sua gloria: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17,24).

Lettura esistenziale

«Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò» (Gv 16, 7). Tutti noi, specialmente quando attraversiamo momenti difficili, cerchiamo conforto e consolazione. Ma spesso ricorriamo solo a consolazioni terrene, che svaniscono presto. Gesù ci offre oggi la consolazione del Cielo: lo Spirito Santo, il «Consolatore perfetto». Qual è la differenza? Le consolazioni del mondo sono come gli anestetici: danno un sollievo momentaneo, ma non curano il male profondo che ci portiamo dentro. Possono distrarre, ma non guariscono alla radice. Agiscono in superficie, a livello dei sensi e difficilmente del cuore. Solo chi ci fa sentire amati così come siamo dà pace al cuore. Lo Spirito Santo, l’amore di Dio, visita nell’intimo il nostro cuore, come «ospite dolce dell’anima». Egli è la tenerezza stessa di Dio, che non ci lascia mai soli. Anche noi siamo chiamati, in virtù dello Spirito Santo, ad essere “consolatori”. In che modo? Non facendo grandi discorsi, ma semplicemente facendoci prossimi; non con parole di circostanza, ma con la preghiera e la vicinanza. Ricordiamo che la vicinanza, la compassione e la tenerezza sono lo stile di Dio, sempre.