• 17 Maggio 2024 6:17

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Feria propria del 23 dicembre

Letture: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

Riflessione biblica

.“I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei” (Lc 1,57-66). Elisabetta dà alla luce Giovanni Battista e tutti proclamano che Dio aveva fatto misericordia al suo popolo. Ma la loro vista è corta, quella di Dio è lungimirante: “Egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle ma-ni dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni” (Lc 1,72-75). giovanni-battista-300x145 Il suo nome è GiovanniTutta la storia della salvezza è segnata dalla misericordia di Dio: “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti” (Rom 11,32). Elisabetta comprese la grande bontà di Dio verso di lei, verso il suo popolo e verso tutti gli uomini: impose a suo figlio il nome Giovanni: “Dio fa misericordia”. Zaccaria conferma tale scelta e la sua lingua proclama: “Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace” (Lc 1,78-79). “Giovanni è il suo nome” e la sua missione è annuncio zelante della misericordia che Gesù porta a tutti gli uomini: “Ecco, l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” (Gv 1,29). In Gesù, “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siamo salvati” (Ef 2,3-5). Investiti dalla misericordia di Dio, lasciamoci coinvolgere, “rivestendoci di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandoci a vicenda e perdonandoci gli uni gli altri; come il Signore ci ha perdonato, così facciamo anche voi” (Col 3,12-13).

Lettura esistenziale

battista1 Il suo nome è Giovanni“Che sarà mai questo bambino?” (Lc 1, 66). Giovanni il Battista sarà semplicemente se stesso, adempiendo fedelmente la missione che Dio gli affida di preparare la via a Cristo Signore. Su ciascuno di noi Dio ha pronunciato una parola unica, irripetibile, che fa di ognuno di noi una persona originale e speciale. Il Beato Carlo Acutis affermava a tal proposito che: “tutti nasciamo come originali, ma molti muoiono come fotocopie”, cioè molti, cammin facendo, adeguano la propria vita ad altri modelli, perdendo di vista la preziosità della loro unicità. Nella diversità non c’è chi è migliore e chi è peggiore. Se non prendiamo sul serio la nostra diversità non capiremo mai quanto è bella la nostra vita, perché saremo troppo impegnati a recitare il copione a cui ci siamo adeguati. La nostra esistenza invece è unica. La santità è prendere sul serio la nostra diversità ed elevarla a perfezione. Anche tra i Santi non ce n’è uno simile ad un altro, ma tutti in modo diverso contribuiscono a rendere bella la Chiesa. La diversità è esercitata in modo sano e diventa una ricchezza quando non la opponiamo a qualcosa o a qualcuno, rivendicando per esempio di possedere tutta la verità o di volere che gli altri siano o la pensino come noi. In questo modo non si entra nel conflitto delle diversità, ma nella comunione fra di esse. La bellezza di un giardino sta nella diversità dei fiori che vi crescono. La bellezza di una sinfonia sta nella diversità degli strumenti che si suonano. E così la bellezza della Chiesa e dell’umanità sta nell’unicità e nella diversità delle persone che la compongono. Se ciascuno di noi rinuncia ad essere se stesso, impoverisce di certo il mondo.