• 4 Maggio 2024 3:13

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gen 4,1-15.25; Sal 49; Mc 8,11-13

Riflessione biblica

“I farisei si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova” (Mc 8,11-13). Il problema non è chiedere un segno dal cielo, ma l’incredulità con cui essi continuano a chiedere dei segni. È vero, Mosè aveva stabilito il criterio per conoscere il “vero” dal “falso profeta”“Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore” (Dt 18,21-22). gesu1-2-300x200 Il vero SegnoDi fatto, Gesù non solo un segno aveva compiuto, ma molti segni: scacciò i demoni, moltiplicò i pani, guarì molti infermi nel corpo e nello spirito, risuscitò la figlia di Giairo, calmò la tempesta. Continuare a chiedere segni è sclerocardia, durezza di cuore, che non sa leggere nell’operato di Gesù l’avvento del Regno di Dio. Per questo, Gesù, “indignato e rattristato per la durezza dei loro cuori” (Mc 3,5), non concesse loro alcun segno. E con Gesù ci indigniamo anche noi, ma a volte anche noi chiediamo “segni” e miracoli e ci dimentichiamo di tutti i benefici che egli ci concede: la sua parola che illumina con sapienza il nostro cammino di fede, le meraviglie della verità che ci libera da tante menzogne e nella carità usa misericordia e si fa perdono, della tenera attenzione di Gesù che si fa nostro cibo e nel tarbernacolo rifugio nei momenti bui e difficili per trovare pace e conforto. Ma il miracolo più grande è proprio Gesù, che ci mostra la via di Dio verso la salvezza e da buon cireneo porta con noi la nostra croce quotidiana. Abbiamo bisogno di rinnovare il nostro cuore e lasciare che Dio ci faccia nuovi secondo il suo progetto: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,26). Lasciamo tale atteggiamento farisaico e pagano e guardiamo a Gesù crocifisso, che con il suo amore ci attira a sé: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).

Lettura esistenziale

gesu-4-300x196 Il vero Segno“Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova” (Mc 8, 11-13). Gesù non accoglie la richiesta dei farisei, perché non c’è nessun desiderio sincero nel loro cuore, nessuna intenzione di mettersi in discussione, ma chiedono unicamente per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. È inutile dare segni a chi si rifiuta di riconoscerli come tali. I farisei infatti avevano già visto molti segni compiuti da Gesù: la moltiplicazione dei pani, la guarigione di lebbrosi, ciechi, paralitici… come mai chiedono ancora segni? In seguito, neppure davanti alla risurrezione di Lazzaro e poi a quella di Cristo stesso, saranno disposti a credere. Il problema non sta tanto nel chiedere dei segni, ma nell’atteggiamento interiore con cui li chiediamo e ci poniamo di fronte ad essi. Nell’Antico Testamento, diverse volte Dio, attraverso la parola dei Profeti, spinge alcuni uomini a chiedergli un segno. Anche nel Nuovo Testamento leggiamo che l’Angelo dà un segno a Maria: il concepimento da parte dell’anziana cugina Elisabetta; come pure ai Magi dà il segno della stella che si ferma sopra la grotta dove è nato il Messia. “Il segno dei segni” è Cristo: abbiamo davvero bisogno di altro? Non ci ha Egli già detto tutto nel Vangelo?