• 13 Ottobre 2024 2:35

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Matteo

Letture: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

Riflessione biblica

“Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì” (Mt 9,9-13). Poche parole, che ci riportano all’esperienza di vita di un uomo, di Matteo apostolo, segnata dalla chiamata di Gesù. Infatti, “Gesù vide un uomo”: non vide un peccatore, ma un uomo bisognoso di misericordia; un uomo segnato dal suo mestiere di “gabelliere”, disprezzato, isolato, marchiato dal pregiudizio di “essere peccatore”. Anche per lui si è avverata l’esperienza di salvezza: “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” (1Tm 1,15-16). Sperimentò la misericordia del Signore, che lo chiamò alla conversione e alla sequela per il Regno di Dio: “Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui!” (Sir 17,29). Conquistato dalla sua misericordia, seguì Gesù e da lui imparò “che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici” (Mt 9,13). “Seguimi”: una parola, un impegno per la vita. Impegno di “rinnegare se stesso”: conversione decisa a rinunziare al suo prestigio personale, alle sue ricchezze ingiuste, alle sue compagnie conniventi di peccato: “Per Cristo ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia quella che viene dalla fede in Cristo” (Fil 3,8-9). Impegno di prendere la croce per essere testimone di Gesù: “Noi non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: portiamo sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo” (2Cor 4,5.10). Avendo ricevuto misericordia, Matteo insegna a tutti noi a seguire Gesù fidandoci di lui, di deciderci per Gesù con prontezza e amore, di vivere la misericordia annunciando a tutti che Dio è misericordioso.

Lettura esistenziale

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mt 9, 12). E chi ha il coraggio e l’ardire di considerarsi sano o giusto davanti a Dio? Il Signore ci doni la Sua luce per riconoscere le nostre piaghe, la nostra lebbra, le ferite che ci bruciano e che hanno bisogno della Sua Grazia, del Suo Amore e della Sua Misericordia per guarire. Perché il malato guarisca è indispensabile che prima di tutto riconosca di non essere sano e di avere bisogno del medico e delle cure adatte al suo caso. È così grande il desiderio di guarire, in chi è malato, che egli è disposto ad accettare qualsiasi cura, anche se questa gli comporta delle severe rinunce, pur di riacquistare la salute desiderata. Sul piano spirituale è la medesima cosa. Sintomi che non stiamo bene sono, per esempio: la tristezza, l’ira, il nervosismo, la disperazione, ecc… Come dei campanelli d’allarme dovrebbero spingerci a cercare il Medico celeste prima che il male si diffonda sempre più e divenga più forte e più difficile da estirpare. La miglior cura in questi casi è il ricorso al Sacramento della Riconciliazione. Anche se avessimo commesso i peccati più gravi possiamo diventare santi se ci pentiamo, confessiamo la nostra miseria e accogliamo con fiducia la misericordia di Dio.