Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della IV settimana di Quaresima
Letture: Es 32,7-14 Sal 105 Gv 5,31-47
Riflessione biblica
“Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me” (Gv 5,31-39). Scrutiamo le Sacre Scritture per riconoscere in Gesù l’inviato di Dio, innalzato per la nostra salvezza: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Ma, perché ciò avvenga, bisogna leggere la parola di Dio con cuore umile, docile e credente; di più: con amore sincero, perché solo l’amore apre alla conoscenza del vero Dio e di Gesù, Figlio di Dio: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1Gv 4,8). Senza tale conoscenza, che sgorga dalla fede mossa dall’amore è inutile persino “scrutare le Scritture”: esse parlano di Gesù che è venuto per farci conoscere l’amore infinito del Padre. Nel nostro cammino di fede, bisogna lasciarci illuminare da lui: “Se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato” (1Gv 1,7); lasciarci guidare dalle Sacre Scritture, ispirate dallo Spirito Santo: “Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). E lo Spirito produce in noi quell’amore necessario per comprendere le Scritture, meditarle per acquistare sapienza di cuore e viverle in Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).
Lettura esistenziale
«Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita» (Gv 5,39s). Il Vangelo odierno ci presenta il dialogo che Gesù ha con alcuni giudei a proposito della sua divinità. Gesù afferma con forza e con passione che egli ha motivo di essere creduto. Dalla sua parte, oltre alle opere che compie e che sono sotto gli occhi di tutti, ha anche la testimonianza di Giovanni Battista. È chiaro che essi dovrebbero credere, eppure permane la loro incredulità. Il rifiuto che gli avversari di Gesù gli oppongono, viene dal fatto di non accogliere profondamente la rivelazione delle Scritture alle quali, pur si appellano. Infatti, chi non ha in sé lo Spirito Santo non comprende le Scritture che parlano dell’amore di Dio comunicato agli uomini nel Figlio. Come cristiani siamo chiamati a conoscere l’esperienza di Israele, contenuta nell’Antico Testamento, a rileggerne la storia e le profezie come preparazione alla venuta del Maestro. Gesù inoltre afferma che un secondo motivo di questa mancanza di accoglienza, sta nel fatto di ricercare la gloria che viene dagli altri e non quella che viene da Dio. Questo brano evangelico ci fa interrogare e fa venire alla luce le nostre non poche resistenze nell’accoglienza della Parola di Dio e la nostra ricerca di ricevere conferme non tanto da Dio quanto dagli uomini. Se siamo assorbiti dalla nostra esteriorità e da ciò che pensa la gente di noi, difficilmente riusciremo ad essere sufficientemente liberi per scoprire la presenza di Dio. Il Signore renda salda la nostra fede e ci conceda un cuore libero, capace di comprendere e di mettere in pratica la Sua Parola.