Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
San Paolo Miki e compagni
Letture: Eb 12,18-19.21-24 Sal 47 Mc 6,7-13
Riflessione biblica
“Gesù chiamò i Dodici e li mandò a due a due” (Mc 6,7-13). È Gesù che invia: siamo gli ambasciatori di Gesù (2Cor 5,20). E qualsiasi ambasciatore non annuncia se stesso, ma rappresenta colui che l’ha inviato: “Noi non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù” (2Cor 4,5). La nostra missione è di annunciare Gesù che salva, Gesù che usa misericordia, Gesù compagno nel cammino di santità. “Li mandò a due a due”: non siamo “annunciatori solitari” del Vangelo, ma fratelli e sorelle che collaborano nella carità reciproca, per stabilire il Regno di Dio nei nostri cuori e nella società in cui operiamo. Ci sosteniamo a vicenda, consapevoli che “dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, egli è presente in mezzo a loro” (Mt 18,20). E anche perché ci sosteniamo a vicenda nelle nostre fragilità: “Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi” (Eccl 4,9-10). Bella la testimonianza della comunità primitiva: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore” (At 4,32-33). D’altra parte, la nostra testimonianza a Gesù e al Vangelo non si basa su grandi mezzi di persuasione o di sapienza di questo mondo. Poveri di ricchezze e di potere, ricchi di umanità e di amore. “In ogni cosa ci presentiamo come servitori di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!” (2Cor 6,4-10). La nostra ricchezza? Gesù crocifisso, “nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3).
Lettura esistenziale
“Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche” (Mc 6,7-9). Gesù sceglie dodici uomini, gli apostoli, ai quali affida il compito di annunciare il regno di Dio e di scacciare lo spirito immondo, ovunque si annidi. Ordina loro di non portare né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. È una caratteristica essenziale di chi è inviato da Cristo, quella di non affidarsi per nulla alle proprie risorse o alle umane sicurezze, ma di riporre invece la propria fiducia e sicurezza solo ed esclusivamente in Colui che lo invia e nella forza del messaggio che annuncia. Tutto il resto diventa pesante e d’ingombro quando ci si lascia guidare da Dio e quando il fine del proprio operato non è l’affermazione di se stessi o la ricerca di un successo personale, ma la diffusione del Regno di Dio. Gesù prepara, inoltre, i suoi apostoli a non attendersi riconoscimenti speciali dagli uomini, quanto piuttosto a mettere in conto rifiuti e persecuzioni. Li manda a due a due, ordinando loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone. Il bastone supporta la stanchezza dell’uomo e il fratello lenisce la solitudine e l’incomprensione, il rifiuto e la persecuzione cui l’apostolo, ogni apostolo di Cristo va incontro. “Portate i pesi, gli uni degli altri – esorta S. Paolo – così adempirete la legge di Cristo” (Gal 6,2). Il Signore ci conceda la grazia di poter contare su un fratello o una sorella che condividano le fatiche che attraversiamo nella vita, ma conceda anche a noi la grazia di essere trasparenza della tenerezza di Dio, nei confronti del nostro prossimo.