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Ago 24, 2021

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Bartolomeo

Letture: Ap 21,9-14; Sal 144;  Gv 1,45-51

Riflessione biblica

“Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità” (Gv 1,45-51). L’identificazione di Bartolomeo con Natanaele è molto discussa, ma è probabile che si rifà all’uso semitico di indicare le persone con il patronimico: Natanaele, figlio di Tolomeo. natanaele In ricercaPer Gesù, è un “Israelita”: un rappresentante del popolo di Dio in attesa costante dell’avvento del Messia. In lui, “non c’è falsità”: pur essendo fariseo, ricerca Dio non con vanità e ipocrisia, ma con fedeltà, giustizia e santità di vita. È un uomo in ricerca del Regno di Dio: la Legge e i Profeti furono la sua guida per conoscere la via della salvezza e vivere in essa con fedeltà: “Beato l’uomo, che nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte” (Sal 1,2). Per questo, Gesù lo “vide sotto l’albero di fichi”: simbolo di chi assapora la dolcezza della legge di Dio e medita per metterla in pratica. Egli è uomo saggio che costruisce la propria esistenza sulla roccia salda della Parola eterna di Dio e attende “la promessa fatta ad Abramo e alla sua discendenza” (Lc 1,55). Supera i dubbi della sua ricerca con realismo: “Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”, ma accetta di mettersi in discussione accettando l’invito dell’apostolo Filippo: “Vieni e vedi” e fece esperienza del mistero personale di Gesù. Ed entrò in dialogo con lui: poche battute, ma piene di reciproca accettazione. “Come mi conosci?”: Gesù leggeva nel suo cuore, perché “egli conosce quello che c’è nell’uomo” (Gv 2,25), nei suoi pensieri, con i quali “aspettava la consolazione d’Israele”, che ora si manifestava in Gesù di Nazaret. In quell’incontro, Bartolomeo riconobbe, in “Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazaret, colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti”. E proclamò con forza la sua fede: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!” (Gv 1,49). Seguì Gesù, ne gustò il profondo messaggio sapienziale di salvezza e vide con lui la gloria da lui promessa: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Gv 17,24).

Lettura esistenziale

“Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazaret” (Gv1, 45).gesu-8-300x300 In ricerca L’incontro con Cristo cambia la vita, le dà senso e la ricolma di gioia, pur in mezzo alle traversìe che inevitabilmente ne fanno parte. E cambia la vita non solo della persona che Lo incontra, ma anche di coloro che vi stanno intorno.

Poichè la gioia è diffusiva e contagiosa (più del Covid), quando si incontra Gesù, non si può tenere l’evento per sè soltanto. Tempo fa intesi questa definizione: “La Chiesa è vedova”, intendendo con ciò che le manca lo Sposo, anche se temporaneamente. All’udire questa espressione provai un forte disappunto. La vedova, lo sappiamo è l’immagine del dolore, dello sconforto, talvolta della desolazione per la mancanza della persona amata. Appunto per questo, la Chiesa non è vedova, la Chiesa è sposa. Una sposa che attende con amore, con entusiasmo, con desiderio ardente, talvolta anche con impazienza la venuta e il ritorno dello Sposo amato.

incontro-300x200 In ricercaUna sposina che attende il suo Sposo, è tutta presa dai preparativi e pregusta già la gioia dell’incontro. Allo stesso modo la Chiesa dovrebbe attendere Cristo; allo stesso modo dovremmo attenderlo tutti noi cristiani che formiamo la Chiesa.

Mi piace quando talvolta sento alcune spose dire: “A momenti rientra mio marito dal lavoro, devo scappare, perchè voglio che mi trovi a casa ad attenderlo!”.

Possa il Signore trovarci “a casa” quando tornerà. Con i fianchi cinti e le lucerne accese, cioè con un cuore pieno di fede e di amore e le mani colme di fiori, ossia di opere buone.