Dona una parte del suo stipendio per aiutare, tramite due borse di studio, i bambini meritevoli di Contessa Entellina (Palermo), che appartengono a famiglie con un basso reddito. È il gesto che anche quest’anno ha compiuto il maestro Salvatore Glorioso, 60 anni, originario di Sambuca di Sicilia (Agrigento) e insegnante alla scuola dell’infanzia del piccolo centro prima colonia di fondazione albanese d’Italia (1450).
Quest’anno le due borse di studio da 500 euro ciascuno sono state assegnate a Salvatore ed Elia, bambini che hanno realizzato due elaborati grafici sul tema dei migranti.
“L’assegnazione delle borse di studio avviene da parte di una commissione – spiega il maestro – che valuta l’Isee della famiglia e gli elaborati artistici che realizzano i bambini”.
Da 30 anni Salvatore Glorioso, celibe che accudisce la mamma anziana, è in carriera nella scuola. Da insegnante è stato dapprima a Bronte, poi Partinico, Bisacquino, Campofiorito e infine Contessa Entellina da dove non si è più mosso. Da tre anni finanzia personalmente le borse di studio. “Contessa è diventata la mia seconda casa – dice Glorioso – ho trovato tra gli abitanti un affetto smisurato e in strada i ragazzi, molti dei quali da bambini ho accompagnato nel mio servizio, mi salutano a cuore aperto”.
Qualche mese addietro il sindaco Leonardo Spera gli ha consegnato la pergamena come cittadino onorario. “Non mi ha pesato più di tanto donare parte dei miei soldi per le due borse di studio – dice Glorioso – possiamo fare a meno di qualcosa quando aiutiamo gli altri che hanno più bisogno di noi”.
Donare è un verbo che il maestro sambucese conosce bene, essendo un cavaliere dell’ordine del Santo Sepolcro che si impegna per le opere in Terra Santa. La cerimonia di consegna delle due borse di studio è avvenuta nel giorno del suo compleanno. I due bambini sono arrivati con le famiglie in Comune: “i piccoli ti danno la vita e ti rendono felici – dice Salvatore Glorioso – aiutarli nel loro percorso di crescita e di arricchimento è compito di noi educatori. Sostenere chi è in difficoltà è un ulteriore passo che apre il nostro cuore”.