Era marzo 2020. Il lockdown a Messina, nella prima ora della pandemia, si svolgeva nella tensione che attraverso il Sindaco Cateno De Luca giungeva nella case di tutti: compreso quel vaffa indirizzato alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, insultata a più riprese dal primo cittadino di Messina sui social e in tv tra il 23 e il 24 marzo del 2020.
Oggi arriva la condanna, a conclusione del processo per vilipendio nei confronti di De Luca, per intraprendere il quale è stato necessario il “via libera” dell’allora ministro della Giustizia, come previsto dalla Costituzione dopo la denuncia da parte del ministro Lamorgese.
La Procura, rappresentata dall’aggiunto Rosa Raffa e dal sostituto Marco Accolla, con la controfirma del procuratore Maurizio de Lucia, per quei fatti aveva chiesto a suo tempo al gip l’emissione di un decreto penale di condanna a carico del primo cittadino, che è divenuto esecutivo per la mancata opposizione, che era consentita dalla procedura. Il decreto penale condanna in pratica De Luca a pagare adesso una multa di 1.500 euro per quegli insulti sui social, e anche sulla tv.