Commento al Vangelo di Fra Giuseppe Maggiore
V domenica di Quaresima
Letture: Is 43,16-21 Sal 125 Fil 3,8-14 Gv 8,1-11
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
È ovvio che scribi e farisei cercano un pretesto per mettere in trappola Gesù, per avere un pretesto per farlo fuori. Lo scopo non è la “verità” sulla donna ma avere un motivo per accusarlo. Gli presentano questa donna beccata in flagrante adulterio, appellandosi alla legge di Mosè, ma in realtà Mosè dice che “Se un uomo viene trovato mentre giace con una donna sposata, moriranno tutti e due, l’uomo che giace con la donna e la donna” (Dt 22,22).
È sempre stato e sempre sarà così, si cercano pretesti per scatenare guerre, o per annientare un nemico, o semplicemente per arrogare la propria supremazia. Basti pensare alle relazioni internazionali in un mondo dove le nazioni che si autodefiniscono civili e democratiche violano sovente i diritti dei popoli più deboli e dell’umanità più fragile. Anche noi come gli scribi e farisei, siamo capaci di mettere in mezzo qualcuno per ottenere ciò che desideriamo. Oggi la piazza dove gettiamo in mezzo chi ci sta sulla punta del naso sono i social e alcuni politici in questo sono più che maestri.
… Condussero una donna… la posero in mezzo, quasi non fosse una persona ma una cosa, che si prende, si porta, si mette di qua o di là, dove a loro va bene, anche a morte
A giudicarla solo maschi che si credono giusti al punto di ricoprire al tempo stesso tutti i ruoli: prima accusatori, poi giudici e infine carnefici. Chiedono a Gesù: È lecito o no uccidere in nome di Dio? Gesù non dice una parola, scrive a terra, non si oppone e poi spiazza tutti con la frase che tutti conosciamo bene ma che non osserviamo mai: “chi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei”.
Ciò che succede dopo è bellissimo. Gesù e la donna rimangono soli, lui si alza in piedi, è davanti a lei così come si sta davanti ad una persona importante. Gesù così come ha fatto con la samaritana sta facendo con questa donna, la sta trattando da essere umano. Dio distingue il peccato dal peccatore. Il peccatore va atteso, va perdonato, va amato anche se umanamente è un gran fatica. Come si può perdonare l’assassino di Sara o di altre ragazze uccise solo perché non hanno ceduto a delle proposte? Non è per niente facile. Eppure Gesù domenica scorsa ha dato un volto e un nome a Dio: Misericordia.
Dio è misericordia infinita. Alla donna trattata in maniera disumana Gesù le rivolge la parola e le dice “Donna, dove sono coloro che ti accusano? Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno, vai.”
Come il Padre Misericordioso non chiede al figlio di confessare la colpa, non chiede spiegazioni, Gesú non domanda alla donna neppure se è pentita. Addirittura come di ce Ronchi, la invia come se fosse un inviato speciale: Va’ e d’ora in poi non peccare più. Sette parole che bastano a cambiare una vita. Qualunque cosa quella donna abbia fatto, non rimane più nulla, cancellato, annullato, azzerato. D’ora in avanti: «Donna, tu sei capace di amare, puoi amare ancora, amare bene, amare molto. Questo tu farai…». Non le domanda che cosa ha fatto, le indica che cosa potrà fare. Il perdono è qualcosa che non libera il passato, fa molto di più: libera il futuro.
Dio nel suo cuore perdona, poi dipende da ognuno di noi smettere di odiare, di farci la guerra e di iniziare ad essere ad immagine e somiglianza di Dio: vero Amore. di cambiare noi stessi e il pezzo di terra che ci circonda… è ora di andare a contagiare misericordia!
Buona domenica!