• 4 Ottobre 2024 14:38

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

di FraPè – E’ da giorni che penso se  è lecito ottenere un posto di lavoro non avendo il titolo adatto, dando sportellate a chi ti intralcia, dire bugie e mettere zizania, denigrare il lavoro degli altri per esaltare il tuo, accusare i colleghi di lavoro per spianarti la strada? Se è lecito essere talmente assetati di protagonismo anche nel riconoscere il corpo inerme di un povero Cristo morto in strada? Ma un posto di lavoro ottenuto con questi metodi  è davvero benedetto da Dio? chiedo per coloro che meritando un lavoro non hanno la possibilità di ottenerlo perché onesti e incapaci nell’arte del lecchinaggio.

Le maschere della bontà, dello spendersi per gli altri, il travestimento da agnello mentre hai un cuore da lupo rapace, non avrà una durata eterna … purtroppo per chi le usa prima o poi cadranno.  Ciò che diceva Don Milani è vero: molti si fanno strada sulle spalle dei poveri anziché fare strada ai poveri.

Non ci si rende conto che il modello per operare tra la gente meno fortunata di noi è lo stile della Lavanda dei piedi. Non ci si rende conto che prima o poi il conto va presentato a le querele e i comunicati per difendere gli intrallazzi, la speculazione e l’ arrivismo non serviranno a nulla. Come non serve a nulla agli occhi di Dio un posto di lavoro rubato ad altri con l’inganno, la falsità e l’ipocrisia, usando la gente e soprattutto i poveri per il proprio tornaconto.

lavanda-dei-piedi-300x225 IO ad ogni costo

Il racconto della lavanda dei piedi nel Vangelo di San Giovanni, descrive Gesù che depone le sue vesti e si cinge un grembiule per lavare i piedi agli apostoli.  Lui che è il Signore si fa servo, si spoglia per servire ogni uomo. Quali vesti dobbiamo deporre noi che ci reputiamo cristiani? Proprio quelle che ci pongono contro il fratello o la sorella. La veste dell’orgoglio, dell’arrivismo,  del far carriera a tutti i costi, del sentirsi migliori degli altri, dello sfruttamento dei poveri. Deporre la veste dall’autocelebrazione…. e tantissime altre vesti che non ci rendono fratelli e sorelle degli altri. I poveri che non sono scemi, ma sono semplicemente persone fragili e vulnerabili, si accorgono quando sono usati per fini personali, ma non osano denunciare nulla per paura di non avere neppure un bicchiere d’acqua che, spesso  anche quello gli viene negato.

“Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me”, ed è proprio questo versetto che mi da speranza e che mi spinge a fare il bene agli altri. Non serve essere necessariamente cristiani, ma essere persone che hanno una coscienza formata nel riconoscere il bene e il male. Capire che chi mi sta davanti è una persona e come tale è sacra, e che noi non siamo il padreterno, perchè il Padreterno sa che siamo una perla preziosa, mentre noi lo dimentichiamo spesso.