• 24 Giugno 2025 0:33

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della VI settimana di Pasqua

Letture: At 18,9-18   Sal 46   Gv 16,20-23

Riflessione biblica

“Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia” (Gv 16,20-23). Parole pesanti, ma cariche di speranza, non solo di rivedere Gesù, ma che la tristezza si trasformerà in gioia. È il messaggio pasquale di Gesù risorto, l’esperienza battesimale che viviamo con lui: siamo immersi nella sua morte, ma risorti con lui nella gioia della vita nuova. Riflettiamo su tale esperienza di fede e di amore, per rimanere nella gioia di Gesù, espressione dell’amore che lo Spirito produce in noi. Gesu-1-e1743455378807-300x207 La tristezza si cambierà in gioia“Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per virtù dello Spirito Santo” (Rom 15,13). Noi viviamo in Gesù e la sua presenza è gioia, che ci fa superare le prove della vita e ci fa collaboratori nel donare a tutti la gioia del Risorto. “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti” (Fil 4,4). La nostra gioia nasce dal rapporto intimo con Gesù: noi crediamo in lui, ci affidiamo a lui; non ci angustiamo per nulla, ma a lui ci affidiamo con piena fiducia (Fil 4,6). Di più: tutto diviene occasione di crescita interiore: “ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, ciò che è virtù e merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8). La speranza ci fa essere realisti nella vita: la presenza di Gesù ci aiuta a superare i momenti più difficili e oscuri del nostro vivere quotidiano, ci dà pace e serenità anche nei momenti della prova e della sofferenza fisica, morale e spirituale. Camminiamo sicuri con fede e speranza: “nella misura in cui partecipiamo alle sue sofferenze, rallegriamoci perché anche nella rivelazione della sua gloria possiamo rallegrarci ed esultare” (1Pt 4,13).

Lettura esistenziale

Gesu-2-300x192 La tristezza si cambierà in gioia“Ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (Gv 16,22s). Negli ultimi momenti della sua vita terrena, Gesù conforta i suoi discepoli, il cui cuore è colmo di tristezza per l’annunzio della Passione che sta per abbattersi sul loro Maestro. Il male non avrà l’ultima parola, perché Cristo risorgerà vittorioso dalla morte e farà risorgere anche noi insieme con Lui. Si può essere morti, anche prima di morire fisicamente, mentre siamo ancora in questa vita. E non parlo solo della morte dell’anima a causa del peccato; parlo anche di quello stato di totale assenza di energia, di speranza, di voglia di lottare e di vivere che non si può chiamare con nome più indicato che questo: morte del cuore. Chi può darci la risurrezione del cuore? Bisogna “mandare a chiamare Gesù”, come fecero le sorelle di Lazzaro. Spesso le persone che si trovano in questa situazione non sono in grado di fare niente per se stesse, neppure di pregare. Sono come Lazzaro nella tomba. Bisogna che altri facciano qualcosa per loro. “Noi sappiamo cosa è la vita, ne facciamo esperienza. Vita è fatta di pane e di miracolo, è fatta di argilla e di amore. Vita è respirare, ridere, amare, gioire, lottare con la morte, vincere, perdere, e l’infinita pazienza di ricominciare. Ma poi c’è la vita risorta, che è la vita stessa di Cristo: «per me vivere è Cristo» (Fil 1,21). E come lui lasciarsi catturare dalla pietà, saper piangere il pianto dell’uomo, amare pace e giustizia, riempire la vita di quelle cose che durano oltre la morte, riempirla di Dio. Allora anche se non parli mai di risurrezione, mostrerai con tutto te stesso una vita risorta” (Ermes Ronchi).