• 4 Ottobre 2024 13:07

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L’8xmille, come la Caritas di Catania trasforma la firma in solidarietà

“Per me la mensa dell’Help Center non è solo la garanzia un pasto, ma la certezza di avere, ogni giorno, un posto dove andare e riposare, amici da rivedere”. Conversiamo con Luigi (nome di fantasia), cinquantenne catanese, viso conosciuto da ospiti e da volontari, mentre si aprono le porte della mensa sociale dell’Help Center, il “pronto soccorso della solidarietà” in piazza Papa Giovanni XXIII, nei pressi della stazione centrale. È uno dei servizi di riferimento della Caritas diocesana di Catania che procede nella sua azione quotidiana grazie al supporto dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

A permettere l’approvvigionamento quotidiano necessario per il servizio colazione e per la mensa è una vera e propria rete di solidarietà. “Il sostegno dell’8mille alla Chiesa cattolica è fondamentale e consente a tutti, con una semplice firma, di darci la possibilità di aiutare centinaia di persone – spiega don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas diocesana di Catania -; inoltre beneficiamo anche delle donazioni di cittadini, aziende, realtà del terzo settore e forze dell’ordine”. Ogni giorno ci sono circa 300 persone che si rivolgono ai diversi servizi della Caritas, sono oltre 700 gli interventi alimentari tra cena, colazione e altri beni alimentari di prima necessità. Ogni mattina il centro di ascolto aiuta anche le famiglie con minori, distribuendo periodicamente pannolini e altri prodotti per l’infanzia.

La mensa, anche per la numerosità delle persone in campo, resta il cuore pulsante del volontariato in Caritas. “Ogni settimana – spiega Antonio Tomarchio, referente della mensa e delle donazioni -, organizziamo i turni giornalieri che coinvolgono circa seicento volontari: ci sono ragazzi, pensionati, universitari e liberi professionisti. Allo stesso tempo procediamo con la programmazione dei pasti che è calibrata sulla base delle donazioni ricevute e sulle esigenze stagionali”. Luigi, e tantissimi altri come lui, perlopiù uomini (70% degli accessi), italiani (50%) e di età compresa tra 25 e 54 anni (63%), considerano l’Help Center un luogo di riferimento per trovare dignità e un contesto inclusivo che eviti qualsiasi forma di marginalizzazione. Nella struttura, infatti, si cancella il confine tra chi serve e chi è servito, raccontano i volontari quando gli si chiede di descrivere l’atmosfera della mensa. “La Caritas permette di dare del tu al povero” ha scritto l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nell’Omelia per il 50° anniversario della Caritas diocesana, facendo proprio riferimento alle parole di una volontaria.

A fare la differenza – oltre che l’importanza di avere un pasto completo e altri beni come frutta, latte o yogurt – è anche lo stile di accoglienza che combina la presenza di un luogo sicuro come l’Help Center a un approccio confidenziale e amichevole che consente di indirizzare gli ospiti al centro di ascolto dove i professionisti della Caritas possono approfondire la storia e le reali necessità della persona e quindi andare oltre l’azione di conforto materiale immediata. “Spesso la mensa per tanti nostri assistiti diventa una porta di accesso per conoscere e usufruire di servizi più complessi – spiega Sarah Zimbili, assistente sociale e referente del centro di ascolto -, che si articolano in azioni su misura per l’ospitalità, per il disbrigo pratiche, per le consulenze legali e per l’orientamento al lavoro”.