Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì dopo le Ceneri
Letture: Dt 30,15-20 Sal 1 Lc 9,22-25
Riflessione biblica
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,22-25). Ieri, ci sono stati consigliati quattro rimedi per vivere la quaresima come comunione con il Signore. Oggi, Gesù ci mette dinanzi tre esigenze essenziali per seguirlo: rinnegare se stessi, portare la croce con Gesù, seguire Gesù. “Rinneghi se stesso”: è il nostro Esodo personale, vissuto come esigenza liberatrice del nostro spirito. Se vogliamo entrare nella “terra promessa” della comunione con il Signore, dobbiamo avere il coraggio di uscire dall’Egitto del peccato e di tutto ciò che ci separa da Cristo, morire a noi stessi e vivere una nuova vita: “Liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna” (Rom 6,22). Abbandoniamo ogni atteggiamento di autosufficienza per trovare in Gesù la ragione profonda del nostro vivere nella verità e nell’amore che egli ha posto nel nostro cuore. “Prenda la sua croce ogni giorno”: la comunione con Gesù diviene concreta, dono per “colui che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20); ci lasciamo crocifiggere per morire a noi stessi e vivere nell’amore di Gesù: “L’amore del Cristo infatti ci possiede: egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,14-15). “Mi segua”: andare dietro Gesù è la via maestra della santità. La quaresima ci faccia prendere coscienza che seguire Gesù significa fiducia in lui, condividere con lui la via della verità che ci fa liberi, della giustizia che ci rende santi, dell’amore che ci rende dono per i fratelli e sorelle che incontriamo nel cammino di fede: “camminiamo nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5,2).
Lettura esistenziale
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Ma perché seguirlo? Perché andare dietro a lui e alle sue idee? Semplice: per essere felice. Quindi Gesù detta le condizioni. Condizioni da vertigine. La prima: rinnegare se stesso. Parole pericolose, se capite male. Gesù non vuole dei frustrati al suo seguito, ma gente dalla vita piena, riuscita, compiuta, realizzata. Rinnegare se stessi non significa mortificare la propria persona, buttare via talenti e capacità. Significa piuttosto: il mondo non ruota attorno a te; esci dal tuo io, sconfina oltre te. Non mortificazione, allora, ma liberazione. Seconda condizione: Prenda la sua croce e mi segua. Una delle frasi più celebri, più citate e più fraintese del vangelo, che abbiamo interpretato come esortazione alla rassegnazione: soffri con pazienza, accetta, sopporta le inevitabili croci della vita. Ma Gesù non dice “sopporta”, dice “prendi”. Al discepolo non è chiesto di subire passivamente, ma di prendere, attivamente. Che cos’è allora la croce? È il riassunto dell’intera vita di Gesù. Prendi la croce significa: prendi su di te una vita che assomigli alla sua. La vocazione del discepolo non è subire il martirio ma una vita da Messia; come lui anche tu passare nel mondo da creatura pacificata e amante. La croce nel vangelo indica la follia di Dio, la sua lucida follia d’amore. Sostituiamo croce con amore, ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé il giogo dell’amore, tutto l’amore di cui è capace, e mi segua. Ciascuno con l’amore addosso, che però ha il suo prezzo: “là dove metti il tuo cuore, là troverai anche le tue spine e le tue ferite” (Ermes Ronchi).