Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Mercoledì della III settimana di Quaresima
Letture: Dt 4,1.5-9 Sal 147 Mt 5,17-19
Riflessione biblica
“Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma a dare pieno compimento” (Mt 5,17-19). La Legge e i Profeti sono la Scrittura Santa: “ad essa facciamo bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino, Cristo Signore” (2Pt 1,19). La Legge di Dio, norma di vita, saggezza e intelligenza (Dt 4,6), ci è stata data in vista di Gesù, la Parola vivente di Dio. Tutta la Scrittura dell’AT, infatti, è preparazione all’avvento di Gesù: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,25-27). Gesù è il compimento della Legge e dei Profeti e la ricapitolò nella legge dell’amore: “pienezza della Legge infatti è la carità” (Rom 13,10). L’amore è la perfezione della legge: ama, non moltiplicando i precetti, ma compiendo la volontà di Dio; ama il fratello fino al dono di te stesso: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). Di più: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,43-45). Leggiamo e meditiamo “le Sacre Scritture: esse ci istruiscono per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tim 3,15-17).
Lettura esistenziale
“Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento” (Mt 5,17). Un brano difficile, tosto. Come si fa con i brani difficili? Si interpretano le parole di Gesù con la vita di Gesù: lui infrange la legge molte volte e non su punti secondari: mette l’uomo prima del sabato, mangia coi peccatori, tocca gli impuri, salva l’adultera dalla punizione… “Sono venuto a dare pieno compimento alla legge”. Compimento, non osservanza. L’obiettivo della legge antica era più bello di ciò che potevamo immaginare: questa legge io oggi ti do perché tu viva a lungo e sia felice. Non perché sia più buono, più gentile, più devoto. No: più felice e più vivo, più umano. Che cosa compie l’umano? “Le mie braccia aperte sono appena l’inizio di un cerchio che un amore più vasto compirà” (M. Guidacci). Pieno compimento è l’amore. “Non cadrà neppure un jota o un trattino della legge” (Mt 5,18). L’amore ha una legge piena di jota e trattini, piena di minime attenzioni: non trascurare i dettagli, non dimenticare i piccoli gesti dell’amore, il bicchiere d’acqua fresca, il guardarsi negli occhi, la carezza. Il Cantico dei Cantici ce lo ricorda: da un dettaglio mi sono innamorato, da come cammini. Il Vangelo invita a custodire i piccoli particolari, a godere tutti i piccoli dettagli dell’amore (Ermes Ronchi).