• 4 Ottobre 2024 13:11

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XXII settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Cor 4,6-15; Sal 144; Lc 6,1-5

Riflessione biblica

“E Gesù diceva loro: Il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (Lc 6,1-5). Egli non solo può dispensare dal “riposo sabatico”, ma instaura un “nuovo riposo sabatico”: “Chi è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza” (Eb 4,9-11). Per Gesù, il sabato è il giorno dell’incontro con Dio e di Dio con i suoi figli. È festa della famiglia di Dio e nella festa ci si riposa. È giorno di santità, in cui Dio ci comunica la sua santità “Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato” (Dt 5,12). Guidati dallo Spirito di Dio, bisogna evitare un triplice pericolo: il fariseismo, il libertinismo e il giudicarci a vicenda. Il fariseismo: Dio ha dato la legge per l’uomo, non per condannarlo, ma per renderlo libero e farlo camminare per la salvezza. Bene disse Gesù: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” (Mc 2,27). Il libertinismo: è l’eccesso opposto di chi crede di essere legge a se stesso e viola la legge in base al proprio intendimento, al proprio egoismo e interessi: “Tutto è lecito! Sì, ma non tutto giova. Tutto è lecito! Sì, ma non tutto edifica. Nessuno cerchi il proprio interesse, ma quello degli altri” (1Cor 10,23-24). Attenzione: “la scienza gonfia, la carità edifica” (1Cor 8,2). In ogni caso, l’amore ci impedisce di essere giudici dei fratelli: “Tu, perché giudichi il tuo fratello? E tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, e ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Rom 14,10.12). Regni tra noi la misericordia, non giudichiamo secondo le apparenze. Gesù, “Signore del sabato”, ci ha insegnato a non giudicarci (Mt 7,1-2), ma ad “amarci a vicenda come lui ci ha amato” (Gv 13,34-35).

Lettura esistenziale

“Il Figlio dell’uomo è Signore del sabato” (Lc 6, 5). Per Israele, il sabato era il giorno in cui tutti: uomo e animale, padrone e schiavo, grandi e piccoli potevano partecipare al riposo di Dio. Così il sabato era espressione dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Tuttavia, spesso nei Vangeli le pratiche legate all’osservanza del sabato diventano motivo di polemica e di scontro tra Gesù e i farisei. Rispetto ad esse, Gesù manifesta infatti una grande libertà che nasce dal suo desiderio di restituire al sabato il suo vero significato. Questa libertà ha evidentemente contagiato anche i suoi discepoli che, di sabato, spinti dalla fame, strappano delle spighe e le sfregano con le mani, compiendo una delle azioni proibite. A questo punto, i farisei li interrogano chiedendo loro il perché della trasgressione. Non sono però i discepoli a rispondere, ma Gesù stesso rievocando quanto fatto dal re Davide che, spinto dalla fame, mangiò e diede da mangiare ai suoi, i pani dell’offerta che solo ai sacerdoti era lecito mangiare. L’esempio riportato da Gesù testimonia che la vita dell’uomo con i suoi bisogni, anche i più elementari come nutrirsi, viene prima dell’osservanza della norma.  Se proviamo a leggere il resto del Vangelo di Luca scopriamo che la signoria di Gesù sul sabato consiste nel restituire all’essere umano una vita piena e abbondante. Davanti al comportamento di Gesù possiamo, dunque, chiederci se ciò che ci spinge ad agire è la sua stessa passione per la vita dell’uomo, il desiderio di contribuire affinché tutti possano godere di una vita “piena e abbondante”.